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mercoledì 17 novembre 2010

"Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" (I. Kant)




"Non ero al corrente che si trattasse di un crimine così grande".

Questo ha dichiarato Rafael Sansò Riera, prete della parrocchia di Vilafamés (Spagna) arrestato per la detenzione e la distribuzione (in file-sharing) di 600 GB di materiale pedopornografico.

Quello che mi sgomenta di una simile affermazione è quel "così": il pensiero che un'azione sia un crimine non è di per sé sufficiente per non commetterla?  Bisogna sindacare su quanto sia grave il crimine? E comunque: il fatto che vengano coinvolti dei bambini come può non qualificarlo automaticamente come un crimine grave?

Sia ben chiaro, non intendo crocifiggere l'uomo: so bene che queste problematiche affondano le loro radici in gravissime patologie che fin troppo facilmente vengono liquidate dall'opinione pubblica ricorrendo all'etichetta del "mostro".

Il mio timore è che in quelle parole vi possa essere non soltanto il male di un uomo, ma quello di una società che sta perdendo i riferimenti di ciò che è grave e di ciò che non lo è.

Perché quando la legge degli uomini comincia ad essere percepita come discrezionale, ho la sensazione che la legge di Dio (che i laici chiamano legge morale) sia già stata dimenticata da un pezzo.

Ed è esattamente su questo che c'è tanto bisogno di lavorare: dalla famiglia, alla scuola, alla Chiesa, alla politica, alla società. 

Per ricostruire il senso ed il significato del nostro vivere insieme.

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1 commento:

  1. ha ragione a meravigliarsene... se un tale Ratzinger, alcuni anni fa, aveva imposto ai preti che le accuse di pedofilia dovessero essere messe atacere.. !!! Ed ora questo lercio Individuo è papa... ed io, che pago tutte le tasse, mantengo lui e tutta la congrega di schifosi complici ..

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