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sabato 14 agosto 2010

Obama e la moschea a Ground Zero: la comunicazione della distensione.

Ho letto con vivo interesse le parole di Obama relative all'ipotetica costruzione di una moschea a Ground Zero (qui potete leggere l'intero articolo cui mi riferisco). Parole importanti,  nel modo con cui vengono pronunciate, nei contenuti. Parole, oltre che da comunicatore, da statista vero. 
"Siamo negli Stati Uniti e il nostro impegno a favore della libertà di culto deve essere inalterabile. Il principio secondo il quale i popoli di tutte le fedi siano i benvenuti in questo Paese e quello secondo il quale non saranno trattati in modo diverso dal loro governo è essenziale per essere quello che siamo"
E ancora:

"la causa di Al Qaeda non è l'Islam, è solo una volgare distorsione che fa capo a terroristi che uccidono innocenti"
Non solo parole di buon senso, come si legge, ma parole animate da una volontà precisa di indicare una rotta: solo mediante la saggezza dei popoli e un dialogo vero che parta dal rispetto delle differenze e dalla salvaguardia dei diritti umani universali possiamo sperare di riequilibrare questo esacerbato conflitto fra culture. 

Del resto:
Ubi concordia, ibi victoria (Publio Siro): "la vittoria è là dove c'è la concordia". 
Mi vengono alla mente le battaglie nostrane (Lega e non solo) contro le moschee nel nostro paese. Quanto lontano siano dalle parole di Obama è fin troppo facile osservare. 
Quello che forse può sorprendere è, addirittura, un certo qual anacronismo nell'ostinazione di combattere "il nemico" (leggi: "il diverso", "l'altro"). Da una recente ricerca (l'articolo lo  trovate qui) pare infatti che l'Italia non sia poi così indietro, in Europa, riguardo alla presenza di luoghi religiosi islamici.

Ecco i numeri:


E pensare che spesso chi combatte "l'altro" lo fa in nome della cristianità... (un po' come gli estremisti islamici in nome di Allah interpretano il Corano come inno alla violenza e alla sopraffazione anche in passi molto discussi dagli studiosi)

Combattere l'altro... in nome della cristianità...

Non ricordo: chi aveva detto "Ama il prossimo tuo come te stesso"?


[Sullo stesso tema potrebbe interessarti: Obama e la moschea: la logica malata.]

4 commenti:

  1. "Ama il prossimo tuo come te stesso." Parole sante! :-D

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  2. E già, proprio il caso di dire!;-) Grazie per il commento!

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  3. sono un Italiano residente da ormai 10 anni in un paese islamico, la Tunisia; posso dire per mia esperienza vissuta che per cultura i Tunisini sono abbastanza tolleranti ed esistono chiese cristiane cattoliche, ortodosse e protestanti, che risalgono ormai all'epoca coloniale. Tuttavia oggi sia in Tunisia, sia ancor più in tutti gli altri paesi islamici risulterebbe impossibile che i Governanti concedano alle comunità di altre Religioni la possibilità di costruire i propri luoghi di culto!!! vero é che le parole di Obama sono il chiaro segno di una volontà politicha di ricucire gli strappi creati dalle precedenti politiche internazionali (perché di questo si tratta e non di religione)...ma la volontà di aprirsi deve essere vera... ma sopratutto reciproca!! dimenticavo di dire che sono cattolico credente, ma non praticante ed in più sposato con una musulmana!!! strano?? eppur vero!!!

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  4. Caro Gianfranco,
    grazie per la tua testimonianza. Primo perché sfati un luogo comune piuttosto diffuso (e cioè che tutti i paesi islamici, bene o male, siano poco tolleranti). Secondo perché ci fai capire come la realtà italiana sia in ogni caso più lungimirante di quanto a volte appare (citavo proprio per questo la statistica relativa ai luoghi di culto nel nostro paese).
    Concordo sul fatto che la volontà di un dialogo deve essere reciproca. Converrai con me, in virtù di questo, che se nessuna delle due parti cerca l'altro per dialogare, le probabilità di un incontro si fanno più esigue!
    Del resto, se due culture così diverse hanno portato due persone come te e tua moglie a sposarsi, una speranza ci dovrà pur essere! Tanti auguri!

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