Su Radio 24 va in onda la zanzara di Cruciani. Pungente, anche troppo. |
Tornando a casa dal lavoro, spesso mi sintonizzo su Radio24 (ottima emittente, per inciso) e mi capita di ascoltare la Zanzara il programma radiofonico di Giuseppe Cruciani.
Il format è ben congegnato: sempre sulla notizia (solitamente politica), con l’intervista al personaggio del momento e poi ampio spazio ai radioascoltatori.
Cruciani è piuttosto brillante, talvolta spiritoso, sebbene non sempre educato e troppo spesso scostante, oltre che tendenzialmente faziosetto (sul versante berlusconiano).
Ciò che però risulta talvolta realmente fastidioso è la superficialità, se non addirittura una sorta di qualunquismo becerotto, con il quale il conduttore tratta molte tematiche.
Un paio di settimane fa andò in onda ad esempio la puntata sulla riforma Gelmini e le proteste degli studenti.
Ecco qualche chicca di Cruciani:
(1) sui manifestanti: “la maggior parte di loro sono esagitati ed è responsabilità loro se poi la polizia interviene” (leggasi: la polizia non sbaglia mai, a prescindere);
(2) “Ma quale tensione sociale, io non la vedo affatto questa tensione”
(3) “La gente è serena e felice, come dicono le ricerche effettuate” (questo è un suo cavallo di battaglia, che cita appena può)
(4) Ad un ascoltatore che diceva delle difficoltà economiche di chi vorrebbe di tanto in tanto concedersi qualche svago, un ristorante, ecc.: "mah, sempre a parlare di questa crisi: io i ristoranti li vedo sempre pieni".
(5) Ancora sui manifestanti: manda in onda Alberto Sordi che grida “lavoratori?” e poi spernacchia.
L'inferno di Roma dopo gli scontri. |
Troppo facile osservare che pochi giorni dopo la tensione sociale, inesistente secondo Cruciani, si è palesata in tutta la sua veemenza nelle piazze di Roma.
A parte questo, non so: ho l'impressione che questo modo di ragionare sulle cose non faccia affatto bene a quella ricostruzione dell'etica e del pensiero collettivo di cui questo paese ha un disperato bisogno.
Talvolta mi chiedono un motivo secco per cui sono così profondamente e convintamente antiberlusconiano.
Eccolo: Berlusconi ha incarnato e tradotto il peggio dell'italianità.
Furbizia anziché intelligenza. Individualismo anziché senso della collettività. Disgregazione sociale anziché integrazione. Contrapposizione anziché conciliazione sociale. Il denaro come valore di riferimento individuale anziché i valori come tesoro di tutti. La bugia e la mistificazione anziché i fatti e la realtà in genere. L'amoralità anziché l'etica.
Una ventina di anni fa, quando ero diciottenne, la maggior parte delle persone aveva pudore e timore nell'esprimere certe opinioni: il pudore nasceva dal fatto che una certa visione della vita e della società era considerata sconveniente quando non addirittura pericolosa e versava pertanto - giustamente, aggiungerei - in una sorta di condizione di emarginazione.
Oggi, grazie a Berlusconi, quelle opinioni e quell'idea di società sono state sdoganate, legittimate e vengono impunemente sbandierate ai quattro venti, urlate spesso, e praticamente quasi "imposte" come ovvie e sacrosante.
E quindi ecco che i magistrati sono pazzi, gli elettori di sinistra coglioni, i Rom da cacciare, gli studenti che protestano dei fannulloni, ecc. ecc.
Il peggio del peggio.
Il buon Cruciani, per tornare alla sua trasmissione, è troppo spesso convinto (ed inconsapevole?) portavoce di quest'Italia pseudo-democratica, populista, paradossalmente (e pericolosamente) in bilico tra il neofascismo e l'anarchia, espressione profonda e preoccupante di un nuovo paradigma sociale fatto di inciviltà sprezzante ed intolleranza diffusa.
Un'Italia che, a forza di punture di zanzara, sta diventando tutta un grosso, informe e purulento bubbone: brutto a vedersi e sempre più il simbolo di una malattia sociale che, a tratti, appare davvero incurabile.
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