Attenzione. Questo è un post insidioso. Per me che lo scrivo. Per voi che lo leggete.
E' un tentativo di surfare sulla superficie della notizia per evitare di farsi avviluppare dai gorghi dell'uragano e provare ad intuire, in un equilibrio certamente instabile, cosa può averlo provocato, quali possono essere state le cause più probabili.
Sono esercizi esegetici pieni di insidie, densi di complessità, destinati spesso a viaggiare su binari paralleli che lasciano soltanto intravedere, in controluce, possibilità alternative, eventualità supposte. Ma che a volte aprono inaspettatamente squarci di luce nell'oscurità più profonda.
Non voglio commentare l'accaduto in sé, le foto e i filmati sul PC di Ruby, le localizzazioni del cellulare (i tabulati parlano di diversi giorni consecutivi della giovane ad Arcore, quando era ancora minorenne), l'iscrizione nel registro degli indagati anche di Lele Mora e Emilio Fede.
Questo vorrebbe dire andare in profondità nella notizia. Mentre io, come ho detto, voglio surfare in cerca di cause.
Questo vorrebbe dire andare in profondità nella notizia. Mentre io, come ho detto, voglio surfare in cerca di cause.
Due fatti mi avevano incuriosito, fra ieri e oggi.
Il primo: la reazione incredibilmente composta, pacifica vorrei dire, di Berlusconi, Alfano e dei difensori Ghedini e Longo alla bocciatura parziale della Consulta sul legittimo impedimento (lasciate stare le eccezioni tipo Bondi e la Gelmini: non fanno testo ed anzi confermano verosimilmente la singolarità dell'accaduto, come vedremo).
Un Berlusconi sereno e quasi sobrio (aveva iniziato a dirsi "indifferente" dal giorno prima del pronunciamento del CSM).
Un Alfano addirittura "positivo", se possibile: "E' una sentenza che conferma il principio, contenuto nella legge, che l'esercizio della giurisdizione deve tenere conto della funzione di governo".
Gli avvocati difensori di Berlusconi, Ghedini e Longo, addirittura, per loro stessa ammissione, soddisfatti: "La legge nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace e ciò è motivo di soddisfazione"
Mi pare ovvio che le cose non stessero affatto così, che cioè la tranquillità fosse del tutto fittizia, anzi posticcia, e che l'ostentazione di equilibrio e i toni pacati (come mostrano le reazioni più "naturali", giacché istintive, di Bondi, Gelmini, e compagni) siano stati pianificati per qualche motivo e con uno scopo preciso.
Fino a ieri, non capivo bene quale.
Poi, stamani, la notizia.
Ed ecco il secondo fatto che mi ha incuriosito. Sapete qual è stata la notizia più completa sulla vicenda (almeno per le prime ore in cui è circolata la notizia, in mattinata)? Quella data da Il Giornale, che riportava prontamente anche il virgolettato del comunicato diffuso oggi dalla Procura di Milano a seguito delle prime rivelazioni fatte dal Corriere della Sera online (che non riportava il testo della Procura).
La domanda è pertanto: possibile che la notizia dell'indagine fosse già nota a Berlusconi & Co.?
Possibile che la reazione così tiepida di ieri servisse a preparare il terreno dello scontro con i PM di Milano che si sapeva sarebbe avvenuto a breve?
Possibile che la reazione così tiepida di ieri servisse a preparare il terreno dello scontro con i PM di Milano che si sapeva sarebbe avvenuto a breve?
Più che possibile, probabile, direi. Il 12 gennaio, infatti, Il Giornale aveva scritto "Ma cosa dirà la Pm Fiorillo quando l’affare Ruby, apparentemente sopito, riesploderà con fragore? Perché, è bene saperlo, anche questo si dice in giro: a differenza del «caso Fiorillo», il «caso Ruby» può darsi che non sia ancora chiuso".
Ecco dunque spiegata la prudenza di ieri.
La partita comincia a farsi drammatica e, forse, decisiva.
C'è un nuovo processo, fresco di giornata e perciò lontano da prescrizioni, da affrontare senza scudo e dall'enorme impatto etico, oltre che mediatico.
Si sta optando nell'immediato per una strategia di contenimento incentrata sul vittimismo del Premier e sul profilo sobrio: ieri era il primo tempo già noto del film in programmazione e, con tutta probabilità, si stava scrivendo la sceneggiatura del secondo tempo.
Ultimo tassello: le dichiarazioni di Berlusconi a Mattino 5, stamani.
Eccole:
"Se nei collegi giudicanti ci saranno giudici di sinistra, andrò in tv e spiegherò di cosa si tratta: non si possono trovare giudici che oseranno dare una condanna su fatti che non esistono".
Il riferimento delle parole pronunciate in prima mattinata, ora, è più chiaro che mai: l'appuntamento televisivo con Mr. B. è presto assicurato.
E mentre la notizia sta facendo ovviamente il giro del mondo, possiamo ben dire, signori miei, che il periodo più difficile e drammatico del (quasi) ventennio berlusconiano è ufficialmente cominciato.
C'è solo da sperare che il nodo scorsoio che inizia a stringersi sulla vicenda non soffochi l'intero paese.
A Berlusconi, in ogni caso, a giudicare dal silenzio assoluto di queste ore e dal fatto che il PM ha chiesto addirittura il rito abbreviato (avrebbero "prove evidenti del reato"), l'aria comincia già a mancare.
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