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lunedì 31 gennaio 2011

Chiodo fisso.

Berlusconi scrive al Corriere e "chiama" Bersani ad un accordo bipartisan
sulle riforme. Ma sotto sotto...

Giusto per capire.

Dopo l'ultima genialata di qualche mese fa, quella cioè di "rimboccarsi le maniche", il Partito Democratico, sull'onda del Rubygate, alza la voce come mai prima d'ora negli ultimi anni: per bocca del suo Segretario, Pierluigi Bersani, lancia infatti, giusto 10 giorni fa, una poderosa campagna popolare per mandare a casa il Premier. L'obiettivo? 10 milioni di firme contro Berlusconi, al grido di "Dimissioni subito".

Orbene, Berlusconi il battagliero, l'indomito, il sanguigno, allora, che fa?!

Ci pensa.

Riflette.

Non parla.

Non reagisce.

Poi, scrive una lettera.

In cui dice questo: 
"propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana".

Silvio, abbi pazienza. Passi l'illogicità (apparente, com'è ovvio) del tuo gesto: sappiamo tutti che stai passando un momento difficile.

Così come sappiamo che prendendoci per  i fondelli hai costruito la tua fortuna politica ed economica.

A tutto c'è un limite, però.

E francamente, fattelo dire... Lanciarti così spavaldamente, in quella lettera, proprio mentre infuria il sexygate, in ardite metafore come questa:
"L’alternativa è tra una «botta secca»[...] e la più grande «frustata» al cavallo [...] che la storia italiana ricordi"
e minacciare poi:
 "venerdì le misure!"
beh, tutto questo non contribuisce per nulla, ma proprio per nulla, a distogliere l'attenzione, come pure avresti voluto, dal tuo chiodo fisso, non ti pare?

Fossi in te, sarei un poco più cauto.

O perlomeno, cambierei ghost-writer.

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