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lunedì 10 gennaio 2011

Un'idea diversa; anzi due; anzi tre.

Casini: molto rumore per nulla?

Mi sbaglierò. E i mesi che verranno (se non addirittura i giorni) ci sveleranno come stanno realmente le cose.

Ma a me l'interpretazione maggioritaria dell'intervista di Casini al Corriere della Sera non convince affatto.

Agenzie di stampa e notiziari vari la interpretano come uno smarcamento dal PD e un riavvicinamento al PdL.

Io ho l'impressione che sia invece un tatticismo degno del miglior Pierfurby (andreottiano doc, non dimentichiamolo mai).

Dichiarare "se il governo porterà in Parlamento iniziative serie, noi le sosterremo. Se il governo proporrà cose che riteniamo sbagliate, ci opporremo" è non solo tautologico, ma anacronistico.

Per un motivo semplice: perché tutti sanno che entro 6 mesi al massimo si andrà al voto. E ovviamente lo sa anche Pierfurby Casini.

Quanto al supposto smarcamento dal PD, Casini dice esattamente "Io ho già scelto. L'unica cosa che mi può far cambiare opinione è che scelga il PD, cosa che si ostina a non fare".
Che vuol dire tutto e il contrario di tutto in 25 parole.
E alla domanda su cosa farebbe se il PD scegliesse l'alleanza con l'UdC piuttosto che quella con Vendola e Di Pietro, Casini glissa.

Dunque dove sta l'inghippo? Qual è il senso di questo apparente occhieggiare alla salvaguardia del Governo ad elezioni sempre più vicine?

La chiave di lettura, da oramai una settimana circa, è sempre la stessa, da Berlusconi (che ha ripreso a telefonare in tutte le trasmissioni Mediaset a caccia di "casalinghe disperate che lo -ri-votino), a Bersani che fa le prove di alleanza promettendo a breve una "piattaforma essenziale" da condividere, a D'Alema che lancia l'assist a Casini, a Casini stesso: il quale parla non già ai politici (di destra o di sinistra) ma più che altro al proprio elettorato, che sa essere prevalentemente di centrodestra, certamente conservatore, fondamentalmente anticomunista, ecc. ecc. ecc.

Dire ai propri elettori, poco prima che cada il governo: noi non vogliamo che il governo cada, significa semplicemente cercare di intercettare un pezzetto di elettorato dal PdL in lenta decomposizione.

Così si spiega anche il chiudere/non chiudere le porte al PD, che in realtà Casini utilizza come pretesto per sottolineare la distanza da Vendola e da Di Pietro, solleticando una volta di più il proprio elettorato.

Nell'intervista di Casini, mancava solo un tassello per essere con il piede in tutte le staffe: il cenno alla possibilità ancora viva del terzo polo, il cosiddetto Polo della Nazione. Pierfurby non se la fa sfuggire e alla domanda di Cazzullo risponde che l'idea del terzo polo è in piedi: per ora "è un cartello elettorale", poi si vedrà...

Riassumendo: pro-governo, ma solo per le iniziative serie (meno male!); non col PD ma se scarica SEL e IDV se ne può parlare; e in ogni caso con FLI e API l'UDC costituisce un cartello e prima o poi ci sarà una proposta concreta!

A cosa porterà concretamente questo ammiccare a destra senza chiudere a sinistra, confermando la vicinanza ai finiani mentre si avvicinano le elezioni, è difficile prevederlo ora. Anche perché il momento è molto delicato e al tempo stesso confuso.

Una sola cosa è certa: ammiccare a Berlusconi non scontenta il Vaticano, anzi.

E anche questo Pierfurby Casini lo sa. Eccome se lo sa.

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