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domenica 6 febbraio 2011

Giornalismo. Quasi.

Il Direttore di Studio Aperto, Giovanni Toti, spiega la filosofia del suo giornalismo.


Sapete chi è Giovanni Toti?

Il giovane Direttore di Studio Aperto, il Tg di Italia 1. Uno di quelli in pole-position per la conduzione del Tg4 di Emilio Fede  (che voci sempre più insistenti vorrebbero vicino alla pensione per volontà superiore).

Giovanni Toti, quello che alla condanna di Dell'Utri dichiarò il concorso esterno in associazione mafiosa "reato discusso e discutibile" e, affiancando la notizia a quella della non punibilità di Tartaglia (il lanciatore di duomi di Milano), si chiese se da quei fatti non doveva trarsi l'assunto per cui "chi è vicino a Berlusconi paga sempre, chi si accanisce contro Berlusconi non paga mai".

Ebbene, questo fior fior di giornalista indipendente, venerdì, era ospite di Alessandro Milan, nella trasmissione 24 mattino di Radio 24, il cui titolo era "Napolitano: troppo spazio alla cronaca nera in tv. Siete d’accordo?". 

Il Presidente della Repubblica aveva infatti dichiarato: "Le notizie di cronaca nera e di giudiziaria occupano uno spazio abnorme nei telegiornali, a scapito di notizie essenziali".

Cosa ne avrà mai pensato il fido Toti? Si è erto, naturalmente, in difesa del giornalismo criticato da Napolitano.

Alla domanda di Alessandro Milan su cosa ne pensasse dell'idea di sospendere le rilevazioni Auditel per i telegiornali (per affrancare i Tg dalla corsa agli ascolti), Toti ha risposto così: 
"L'Auditel misura il gradimento per le notizie. Non si può non tener conto del gusto della gente. Con l'Egitto Matrix non ha superato il 10% di share, mentre con Avetrana fu record, col 40% di share".
Beh, non so come la pensiate voi, ma io continuo a rifuggire dalla tesi (cui mostrano di credere in molti) che l'orrida televisione italiana sia lo specchio della società e che, pertanto, non ci si possa fare nulla.

Questa convinzione genera, quantomeno, un atteggiamento di rinuncia aprioristica al ruolo educativo della Tv e porta a rincorrere il palato (spesso non molto fino) del "grande pubblico", finendo col contribuire in maniera decisiva a far diventare sempre più la televisione quello che è realmente diventata: un tripudio di tette e culi sparsi in qualsiasi trasmissione (nell'ultimo mese forse è più chiaro perché...), col condimento, quando possibile, di plastici di Cogne e coltelli dell'omicidio Meredith. Il tutto in nome dei "gusti" della gente.

Troppo semplice. E troppo perverso al tempo stesso.

Esempi come la trasmissione Vieni Via con Me (al di là di alcuni, discussi, contenuti, più o meno politici) mostrano l'assurdità del ragionamento per cui la televisione di qualità ha necessariamente poco seguito.

Urge al più presto invertire la rotta

Impresa che appare ben ardua, al momento, considerando l'era Masozoica in cui vive la Tv di Stato e il pensiero unico del pianeta Mediaset. 

Pianeta in cui abita, felice e beato, il Direttore Giovanni Toti, che fra le altre cose ha affermato candidamente:

"Non seguire il gusto della gente porterebbe verso un prodotto quasi etico"

Brrr, Direttore: che terrore!

Meno male che all'aggettivo "etico" ha premesso il "quasi".

Altrimenti, per la sua violenta crudezza, diventava un'affermazione quasi vietata ai minori.

Senza allusione alcuna, si intende.

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