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martedì 17 maggio 2011

Le preferenze promesse e la democrazia mancata.


E' passato giusto un mese.

Era infatti il 17 aprile quando Berlusconi, al Teatro Nuovo di Milano, diceva questo:



"Supereremo i 53.000 voti dell'altra volta", aveva dunque promesso Silvio, usando il plurale maiestatis.

Dopo aver chiesto il voto in tutti i modi e a tutte le categorie (i milanisti, le mamme, "chi gli vuole bene" ecc., ecc.), si è clamorosamente fermato a 27972.

Una débâcle senza precedenti.

Nella sua città.

Débâcle che in un qualsiasi paese - sufficientemente democratico - avrebbe portato un qualsiasi Presidente del Consiglio - sufficientemente democratico - a compiere l'unico atto politicamente logico e, questo sì, squisitamente democratico: dimettersi.

Non accadrà, naturalmente.

Lo spettro dei tribunali incombe.

E Berlusconi, potete scommetterci, venderà cara la pelle per evitare una seconda Hammamet.


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