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venerdì 12 agosto 2011

Un anno dopo.



La Città Invisibile, due giorni fa, ha compiuto un anno.

Troppe cose mi verrebbero da dire e dunque, com'è preferibile, mi limiterò a quanto sento come irrinunciabile: i ringraziamenti.

In ordine cronologico, voglio ringraziare per primi tutti coloro che mi hanno incoraggiato a cominciare questa avventura. 

E a seguire tutti coloro che mi hanno spinto a continuare senza scoraggiarmi, specie quando, rientrato a lavoro dopo le ferie estive di un anno fa, temevo di non reggere l'urto di un hobby (si fa per dire!) così impegnativo.

Un grazie di cuore anche a tutti coloro che mi hanno dato suggerimenti o che, semplicemente con il loro esempio, mi hanno fatto capire come funziona questo affascinante mondo.

E voglio ringraziare anche quanti in questo percorso mi hanno mosso delle critiche, perché mi hanno aiutato a seguire un motto di Seneca cui tengo particolarmente:
 de te apud te male existima: assuesces et dicere verum et audire (Lettere a Lucilio, 68, 6)
Ovvero "criticati tu stesso: imparerai a dire la verità e ad ascoltarla".

Grazie naturalmente anche a tutti coloro che puntualmente testimoniano il loro apprezzamento nei confronti delle idee e dei valori di cui questo blog riesce a farsi portavoce: sia a quelli che scelgono di lasciare qui una traccia del loro passaggio, sia a quelli che invece preferiscono far sentire la loro presenza e il loro sostegno via e-mail.

Un grazie particolare - concedetemelo - lo devo al Prof. Woland, dietro il cui pseudonimo si cela un uomo di rara cultura ed intelligenza, come ben sanno tutti coloro che hanno avuto il piacere ed il privilegio di conoscerlo: senza di lui, questo progetto avrebbe sicuramente stentato a decollare.

Non vorrei aggiungere altro.

Se non che questa avventura, nata un po' per gioco un po' per passione, è diventata grazie al sostegno di chi ci segue - al vostro sostegno - un appuntamento quotidiano di impegno e di denuncia.

Non avrei potuto desiderare di meglio.

Per la comunità invisibile pertanto, l'avventura, naturalmente, non finisce qui...