Questo titolo in sesta pagina sulla Repubblica del 30 dicembre 2011 a firma di Paolo Griseri mi spinge a scrivere un post sull'uso scorretto del non al posto del no, uso che va diffondendosi sempre più nei giornali, nei libri e nel linguaggio parlato.
Il titolo riportato è un chiarissimo esempio di come tale uso scorretto generi un'insormontabile ambiguità nella comprensione del testo.
Cosa vuol dire il giornalista? "Stop al divario tra i protetti e i non protetti" oppure "non più tutele ma più flessibilità"?
Non si può dirimere l'equivoco, specialmente in mancanza di punteggiatura.
Non si può dirimere l'equivoco, specialmente in mancanza di punteggiatura.
Vediamo allora come stanno le cose.
Ecco la regola grammaticale:
È assolutamente errato usare non in frasi come queste: amici o no, vero o no etc”.
(Salvatore Battaglia- V.Pernicone, La grammatica italiana, Loescher editore Torino 1990 pag.403) e non è quindi un caso se un bellissimo libro di Elio Vittorini si intitoli Uomini e no.
Vediamo perché.
1) La particella (negativa) non è al pari di un, ci, mi etc (si tratta sempre di monosillabi) una particella proclitica (nota etimologica: il sostantivo pròclisi è un calco di ènclisi per sostituzione di en con pro) ovvero una parola atona (sprovvista cioè di accento) che deve necessariamente appoggiarsi alla parola che la segue.
Esempi: non credente, un albero, ci disse, mi amò, se ne partì,etc.
Nel pronunziare gli esempi si nota che mai l’accento cade sui monosillabi.
A tal proposito è interessante confrontare le seguenti due frasi:
Una donna seria è onesta;
una donna seria e onesta.
Una donna seria è onesta;
una donna seria e onesta.
Si noterà che sul monosillabo è cade l’accento (la voce verbale non è una proclitica) mentre sulla congiunzione e (che è una proclitica) non cade l’accento.
2) Non è possibile usare una proclitica in senso assoluto, cioè non seguìta da un’altra parola.
Esempi: ho acquistato un, mi irritai e le, inciampai ma non, etc.
3) L’uso scorretto di non al posto di no può generare equivoci ed inciampi nelle frase come nell’esempio:
Ho amato gli amici e non solo in gioventù!
Come intendere questa frase in modo univoco?
La risposta è semplice se seguo la regola che mi dice che la proclitica deve appoggiarsi alla parola solo. Il significato è dunque: ho amato gli amici e non solo in gioventù ma anche dopo.
La risposta è semplice se seguo la regola che mi dice che la proclitica deve appoggiarsi alla parola solo. Il significato è dunque: ho amato gli amici e non solo in gioventù ma anche dopo.
Quindi se voglio invece dire che solo in gioventù ho amato sia gli amici che i non amici devo scrivere o dire:
Ho amato amici e no solo in gioventù.
Il punto 3 ci dice dunque che la regola di cui stiamo parlando non ha un valore meramente formale, in quanto è essenziale per prevenire equivoci o ambiguità.
Pertanto è davvero utile rispettarla.
Immagino che molti lettori potrebbero accusarmi di pedanteria nel leggere questo post.
Io sono però convinto che in un mondo sempre più dominato dalla superficialità e dal pressapochismo ogni operazione ispirata al rigore sia un utile esercizio zen e che anche i mattoni più piccoli contribuiscano alla solidità dell'edificio.
Non solo nella grammatica, naturalmente.
Immagino che molti lettori potrebbero accusarmi di pedanteria nel leggere questo post.
Io sono però convinto che in un mondo sempre più dominato dalla superficialità e dal pressapochismo ogni operazione ispirata al rigore sia un utile esercizio zen e che anche i mattoni più piccoli contribuiscano alla solidità dell'edificio.
Non solo nella grammatica, naturalmente.