Il Giornale della famiglia Berlusconi, titola così la prima pagina di oggi:
Stessa solfa nella versione online:
L'organo di stampa del Partito dell'Amore - come Silvio Berlusconi ribattezzò il PdL - sceglie scientemente di definire "cretinetti" un uomo in fin di vita.
Il rispetto per la diversità delle idee... per i familiari e gli amici di un italiano - uno di noi, comunque la si pensi - sospeso tra la vita e la morte...
La ridefinizione stessa dei concetti di vita e di morte, che variano a seconda dell'identità di chi vive o muore (si veda il caso recente di Oscar Luigi Scalfaro)...
Titoli come quello di oggi sono un manifesto ideologico cristallino: lo specchio più fedele della sordida mentalità per cui gli avversari sono soltanto nemici.
Da abbattere, possibilmente.
Magari sputandoci sopra, perché no.
Cari Sallusti, Feltri, Belpietro (Libero titola "I No-Tav si fanno il martire"...), gran maestri di metodi-Boffo, propalatori di dossier, dare voce all'Italia peggiore è senz'altro uno sporco lavoro.
Ma lo confesso: non sono per niente sicuro che "qualcuno lo debba pur fare".
Martin Luther King disse:
Nulla al mondo è più pericoloso che un'ignoranza sincera ed una stupidità coscienziosa.
E in quel "pericoloso" sta tutto il senso di un giornalismo drogato che non riesce più a contenersi davanti a niente.
Neppure davanti alla morte.