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martedì 22 febbraio 2011

Le tautologie del Presidente Napolitano.

Il Presidente? Costretto alla tautologia...

[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Il Leitmotiv del coro dei collaboratori e sostenitori del Premier, negli ultimi tempi, è sempre più fantasioso e ridicolo.

Alcuni esempi.

Giuliano Ferrara scomoda prima Shakespeare  poi Kant, il filosofo etico per antonomasia, per giustificare le ‘debolezze’ di Berlusconi.

Vittorio Sgarbi dice, a proposito di talune ‘chiacchierate’ donne che hanno commerci con persone ricche ed influenti, che non di prostituzione bisogna parlare ma di ‘furbizia’ (sic!).

Marco Taradash elabora un contorto teorema che potrebbe essere così enunciato “il vero problema non sta nell’attendibilità dell’accusa, bensì nella sua enormità”.
Come dire che se una madre uccide il proprio bambino nessun Pm deve azzardasi a muovere l’accusa, che sarebbe troppo grave ed infamante per la povera donna.

Giuseppe Cruciani emula Ludwig Wittgenstein. La sua celebre frase “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere” (che il nostro valente giornalista avrebbe fatto bene a prendere alla lettera) diventa nella sua ‘arguta’ parafrasi “i reati che non si possono dimostrare non vanno indagati”.

Fabrizio Rondolino sostiene che non è affatto strano che alcune signore siano state cooptate nel sistema politico solo perché conoscevano (sic!) Berlusconi. In fondo, è la sua tesi, tutti conoscono qualcuno. Come dire che Andreotti conosceva De Gasperi o Togliatti conosceva Gramsci.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

A fronte di questa rincorsa all’immaginazione più fervida e paradossale, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una intervista rilasciata al giornalista Thomas Schmid alla vigilia della sua visita ufficiale in Germania e pubblicata da "Welt am Sonntag" con il titolo "La Fortuna dell'Italia", ha pronunciato (c’è da pensare dinanzi ad uno stupito giornalista) due sconcertanti tautologie:

1. «Io credo che un Governo regge finché dispone della maggioranza in Parlamento e opera di conseguenza»
. 
2. «Sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il Presidente del Consiglio respinge, si svolgerà e concluderà secondo giustizia».

Ebbene, secondo voi, quanto potrà essere grave la situazione italiana, se un uomo come il Presidente Napolitano, di grande intelligenza e cultura, ha ritenuto di dovere affermare dinanzi ad un giornalista straniero queste imbarazzanti ovvietà?

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