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venerdì 25 marzo 2011

Saviano, la laurea ad honorem... e la boccetta avvelenata!



Mettetevi comodi: questa è una storia un po' lunga.

Non so nemmeno da dove cominciare.

Vediamo...

Parto dalla notizia.

E' stata depositata un'interrogazione urgente al Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

Cosa riguarderà mai?

I problemi di bilancio della scuola pubblica? La questione dei tagli agli insegnanti? O magari gli stipendi da fame degli stessi?

Macché.

Si richiede la verifica della compatibilità di Roberto Saviano con la laurea honoris causa conferitagli dall'Università di Genova, il 22 gennaio scorso.

Aspettate a ridere.

Ecco le motivazioni, per bocca del deputato promotore dell'interrogazione:
"Pur riconoscendo in alcune iniziative di Saviano innegabili meriti nella denuncia della gravità del fenomeno camorra e condividendo in pieno ogni sforzo per contrastare l'illegalità, la vicenda dell'alterazione di un dramma che segnò pesantemente la vita di Benedetto Croce, appare in contrasto con gli stessi principi della legalità che è fatta anche di piccole cose e comportamenti coerenti. Secondo le leggi vigenti le lauree honoris causa, sulle quali è prevista l’approvazione ministeriale, devono essere compatibili con meriti senza ombre. La vicenda del plagio artefatto delle parole di un grande filosofo come Benedetto Croce ci ha lasciati interdetti e costituisce un fatto di straordinaria gravità che getta una pesante macchia su Roberto Saviano".

Ecco, ora sì che potete farvi delle matte risate.

In ogni caso, non è finita qui.

Sia detto per inciso: Saviano ha già abbondantemente dimostrato la falsità delle accuse che gli sono state mosse dalla macchina del fango sul racconto da lui fatto riguardo al terremoto di Casamicciola in cui perì tutta la famiglia di Benedetto Croce.

Ciò significa che, non pago di reiterare accuse indegne e destituite di ogni fondamento, un parlamentare della Repubblica Italiana, nostro rappresentante, spreca le sue energie, il suo tempo e soprattutto i nostri soldi nel confezionare interrogazioni assurde e, c'è da concludere, tendenziose.

A questo punto vi chiederete chi è il parlamentare.

L'Onorevole Amedeo Laboccetta, ieri AN, oggi PDL, eletto nella circoscrizione Campania 1.

Se, come me, amate istituire nessi e fare associazioni (esercizio non privo di pericoli, ma che regala spesso inattese soddisfazioni), potreste a questo punto girellare per la rete a caccia di qualche informazione.

Magari, che so, provereste a cercare - io l'ho fatto - se l'Onorevole ha già attaccato altre volte Saviano.

E scoprireste di sì. In almeno due circostanze recenti.

La prima, il 31 maggio scorso: Laboccetta accusa Saviano di non aver speso una parola contro l'intimidazione subita da Fabio Chiosi (I Municipalità), che ha ricevuto un proiettile con le sue iniziali per la truffa dei falsi ciechi da lui denunciata.

La seconda, in occasione della puntata di Vieni Via con Me del 15 novembre scorso.
Saviano accenna all'infiltrazione delle Mafie al nord, alludendo alla Lega come referente politico del territorio. Maroni  va su tutte le furie. Laboccetta definisce "una vigliaccata" la delegittimazione di Maroni da parte di Saviano.

Cosa avrà mai, di personale, questo Onorevole contro Saviano? Mistero.

In ogni caso, se tra una risata e l'altra vi spingeste a fare ulteriori ricerche sulla storia personale di Amedeo Laboccetta, ho come l'impressione che la voglia di ridere non sarebbe più la stessa.

Voglio risparmiarvi la fatica: provo a sintetizzare (parte degli spunti li ho tratti da qui).

Amedeo Laboccetta è finito in manette nell'aprile del '93 perché l'imprenditore Bruno Brancaccio dichiarò di avergli versato (a lui come ad altri) una mazzetta di 90 milioni di lire per il partito. 
Nel 2001 è arrivata (per lui come per altri) l'assoluzione.

Amedeo Laboccetta è stato per anni amministratore delegato della Atlantis World, società concessionaria leader di Slot Machine. 
Rammentate lo scandalo scoppiato nel 2007? L'evasione fiscale di oltre 98 miliardi di euro e lo zampino della mafia dietro ai VideoPoker?
Bene, 31 di quei 98 miliardi di euro erano della Atlantis World.
La proprietà della società, con sede nelle Antille olandesi, pare sia riconducibile a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, vicino al boss catanese Nitto Santapaola.

Ancora sorridete?

Beh, sappiate anche che Amedeo Laboccetta è quel deputato che nella seduta della Camera del 24 luglio 2008 ha voluto prendere la parola:
"[...] per dare quella che io ritengo una bellissima notizia agli italiani, a tutti i parlamentari e al Governo. Ho avuto notizia proprio pochi secondi fa che è finito il calvario del Dottor Bruno Contrada, che non dovrà più stare in carcere. [...] Credo che questa vicenda faccia piacere a tutti".
Sarà il caso di ricordare che a Bruno Contrada, ex numero 3 del Sisde, erano stati concessi per motivi di salute gli arresti domiciliari, mentre scontava la sua pena di 10 anni per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
I giudici, tra l'altro, gli avevano negato la sospensione della pena per "pericolosità sociale".

Strani avvenimenti.

Tanto più che sempre Amedeo Laboccetta è quel deputato che alla condanna in appello, sempre per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, di Marcello Dell'Utri (motivazione principale: "un'attività di costante mediazione tra quel sodalizio criminoso e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Fininvest") ha sentito l'obbligo morale di dichiarare: Dell'Utri è innocente, doveva essere assolto. Aggiungendo:
"Gli italiani onesti sono tutti con Dell'Utri".
Ora, io non so perché l'Onorevole Laboccetta sia così interessato ad attaccare chi, come Saviano, ha fatto della battaglia alla Camorra il proprio vessillo.

Certo, senz'altro ha ragione quando dice che è giusto premiare chi ha "meriti senza ombre".

Non sarà mica per questo che al diplomato Laboccetta non hanno ancora conferito una laurea ad honorem?

A proposito, che sbadato.

Quasi dimenticavo.

L'Onorevole Laboccetta è componente della Commissione Antimafia.

Ora sì, che potete davvero smettere di ridere.


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