L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha parlato chiaro: "tutti promossi!".
Le ragioni di questo invito categorico rivolto agli insegnanti le troviamo nel suo ultimo rapporto sull'organizzazione dei principali sistemi educativi del modo.
In breve possono essere così riassunte:
1. Ripetere un anno scolastico non serve a recuperare ritardi e lacune.
2. Là dove cresce il numero dei ripetenti peggiorano i risultati globali di tutte le classi.
3. Le bocciature rafforzano le diseguaglianze: nei paesi in cui maggiore è il numero dei ripetenti, il background sociale influisce di più sui risultati dell'apprendimento.
4. I ragazzi bocciati abbandonano più frequentemente gli studi.
5. Ogni bocciatura costa allo stato 10- 15 mila dollari all'anno.
6. Le bocciature ritardano l'ingresso degli studenti nel mondo del lavoro.
Le argomentazioni dell'Ocse (risultato di un serio studio) sono certamente di peso.
Ragioni socio-economiche decretano, dunque, la fine della scuola come l'abbiamo sempre considerata.
D'ora in poi nessuna selezione, nessun filtro, nessun vero obiettivo culturale: la società ha altri fini, altre strategie.
Sarebbe interessante sapere le vostre opinioni sull'argomento.
Per il momento io mi limito ad una osservazione.
In questi giorni sto leggendo il libro di Paola Mastrocola Togliamo il disturbo (Guanda editore, 2011).
D'ora in poi nessuna selezione, nessun filtro, nessun vero obiettivo culturale: la società ha altri fini, altre strategie.
Sarebbe interessante sapere le vostre opinioni sull'argomento.
Per il momento io mi limito ad una osservazione.
In questi giorni sto leggendo il libro di Paola Mastrocola Togliamo il disturbo (Guanda editore, 2011).
La brava Professoressa lamenta il fatto che non sia più possibile svolgere un programma di italiano decente a causa dell'infimo livello degli alunni. Lamenta inoltre che gli alunni non siano in grado di esprimersi in modo corretto e di fare un breve, chiaro riassunto.
Cara Professoressa anche a voler ignorare i consigli dell'Ocse, in un paese il cui destino è in gran parte nelle mani di un signore che abitualmente comunica - in barba a inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio - col dito medio, il gesto dell'ombrello e le pernacchie, quale importanza vuole che abbiano la lingua e la letteratura italiana?