Il Segretario del PdL Angelino Alfano |
Intervenendo alla Camera dopo il discorso del Premier Silvio Berlusconi - per un giudizio sul quale si legga l'editoriale Le attese deluse di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera - il Segretario del PdL Angelino Alfano ha, tra l'altro, testualmente dichiarato:
"Autorevoli esponenti del Pd hanno detto che il Governo deve dimettersi perché i mercati lochiedono. Siamo sgomenti: ma da quando in qua sono i mercati a scegliere il governo o a stabilire che debbano andare a casa? E il popolo, ciascun cittadino, che ruolo ha nella vostra visione politica e del paese? Per noi i governi sono espressione della gente, del popolo che rappresentano. Per questo siamo contrari a fantomatici governi tecnici, contrari all'idea di piegare la democrazia alla tecnocrazia''.
Due brevi considerazioni su queste applaudite parole.
- L'Italia, aderendo all'Unione Europea, ha ceduto una "quota di sovranità". L'ovvia implicazione di questa circostanza è che non siamo completamente padroni delle nostre politiche. Dal momento che tutti i componenti della UE sono nella stessa barca il comportamento non virtuoso di uno Stato non può essere tollerato se rischia di compromettere l'intera Unione.
- Dire che i mercati non hanno o non debbono avere voce in capitolo sulle questioni interne di uno Stato potrebbe essere in linea di principio auspicabile ma è quanto meno un'utopia. È un po' come se l'amministratore delegato di un azienda che rischia il fallimento si lamentasse dell'ingerenza dei creditori nel destino dell'azienda.
Il solo vero problema è: cosa occorre fare, responsabilmente, per evitare di "portare i libri in tribunale"?
Quando la Grecia rischiava il default, il popolo manifestava nelle piazze contro i provvedimenti di austerity del Governo.
Bisognava forse allora prendere decisioni compatibili con il fatto che "i governi sono espressioni della gente e del popolo che rappresentano"?
Certamente no. Le priorità erano ben altre.
Quando la Grecia rischiava il default, il popolo manifestava nelle piazze contro i provvedimenti di austerity del Governo.
Bisognava forse allora prendere decisioni compatibili con il fatto che "i governi sono espressioni della gente e del popolo che rappresentano"?
Certamente no. Le priorità erano ben altre.
Chiediamo quindi con forza al Governo di prendere tutte le misure necessarie per salvare l'Italia dal fallimento e non demagogiche dichiarazioni di principio.