Altra puntata dello psicodramma del governo che in un sol colpo cancella i punti chiave della manovra economica. |
Contributo di solidarietà?
Non piaceva né a Feltri né a Belpietro, né agli amici imprenditori. Forse dunque, a ripensarci, meglio di no. In fondo era solo un piccolo test sociologico: volevano vedere se per caso chi ha un po' di più si sentiva di aiutare chi ha un po' di meno. Del resto la risposta la conoscevano già...
Abolizione piccoli comuni? La Lega era contro - i virtuosi feudi padani non si toccano! - e poi è scoppiata la rivolta con tanto di marcia su Roma capitanata dal Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni Franca Biglio (rinviata a giudizio per truffa ai danni del comune di cui è Sindaco, ma nessuno ne parla...). Forse, a pensarci bene, meglio passare la mano. L'avevano buttata lì, un po' per celia un po' per fare rumore sulla questione "tagli delle poltrone": mica avevano firmato niente, no?
L'aumento dell'Iva? Sì, buonanotte: e poi chi la sente la Confcommercio, già sul piede di guerra? Erano voci di corridoio, lasciate correre per sondare un po' il terreno, hai visto mai ad agosto - con l'ondata di caldo africano - qualcuno si distraesse un po'...
E allora? Chi paga? Chi salva l'Italia?
Chi ha studiato. L'ottica leghista era di non far pagare chi ha sempre lavorato.
Ed ecco allora la ricetta del governo intellettualmente più inconsistente che la storia della nostra repubblica ricordi: chi ha continuato a studiare, non ha lavorato.
Lo studio pertanto non va premiato. Prima si poteva riscattare? Ora non più.
Tradotto in parole povere (sempre più povere...): se hai studiato anziché andare a lavorare non hai fatto una mazza per anni, dunque ciccia.
Volevate la dimostrazione provata di come la pensano i nostri ottusi governanti di centrodestra sui temi della cultura del loro popolo e della formazione degli individui? Eccovi serviti. Nel gioco di unire i puntini, tirate una linea dal provvedimento alla battuta (magari!) dei bamboccioni in casa fino a trent'anni ed avrete la perfetta raffigurazione del vuoto pneumatico che governa le azioni della nostra maggioranza parlamentare.
E attenzione, tanto per non farsi mancare nulla: anche chi ha servito la patria con la leva è da considerarsi un nullafacente! Il suo periodo non potrà essere riscattato ai fini pensionistici.
Bel messaggio patriottico, non è vero?! I nostri più vivi complimenti.
Viene da chiedersi come reagiranno i mercati e l'Europa a questo indecoroso raggiro, se è vero che la precedente manovra era frutto delle consultazioni internazionali per frenare le speculazioni di cui era diventato oggetto in particolare il nostro paese.
In definitiva, mentre continuano, mattone dopo mattone, a distruggere valori e simboli di questa repubblica delle banane ormai marcite, il senso di quello che sta accadendo è chiarissimo: Berlusconi e la sua coalizione sono allo sbando totale.
Il tutto si esemplifica in tre punti semplici semplici:
1. La coppia Silvio-Umberto è praticamente in soffitta: la coalizione, che tenta disperatamente di non implodere, si regge oggi sul nuovo asse Alfano-Maroni, con Calderoli eminenza grigia (non a caso la linea vincente è stata promossa e sonsarizzata da loro).
2. Il primario interesse della maggioranza - lo ha dimostrato definitivamente il vertice di ieri - non è certo quello di salvare il paese, bensì quello di scontentare il minor numero possibile di elettori forti in vista delle prossime elezioni. Non si spiegano altrimenti i rivolgimenti di questi giorni.
3. Se l'obiettivo è ridurre il danno elettorale, non può che sopraggiungere - e ormai ci siamo, dopo il disorientamento parossistico nel tracciare la rotta da seguire - una stasi decisionale pericolosissima: si delinea cioè una situazione per cui tutte le scelte di politica economica di questo momento drammatico sono dettate da qualcuno che non è il governo - che siano i Comuni, la Confcommercio, gli imprenditori, i manager - al punto che il governo agisce quasi sotto ricatto, viene da dire.
Mai come in questo momento, insomma, stanno venendo al pettine tutti i nodi del governo populista e demagogico.
Ma un paese in crisi economica, sull'orlo del default, si salva con la serietà degli intenti e col coraggio del proprio governo, non già abbandonandosi alle blandizie coi potenti e strizzando l'occhio a chi è in grado di ingrossare il bacino dei voti alla prossima tornata elettorale.
Platone ha scritto:
Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l'insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.
Per questo, oggi, all'indomani degli ultimi stravolgimenti della manovra economica, c'è davvero di che aver paura.
Ancora più di ieri.