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Franca Biglio, Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni e Sindaco di Marsaglia (CN). |
Alle volte mi sorprendo ad essere un inguaribile sognatore; di più, un utopista probabilmente.
Prendete il caso della Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni (ANPC), Franca Biglio, Sindaco di Marsaglia, in provincia di Cuneo.
E' sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo dare battaglia dopo la notizia che i comuni sotto i 1000 abitanti verranno aboliti per effetto della manovra economica preannunciata dal governo.
E'
sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo escogitare iniziative originali per fare clamore, come ad esempio appendere per le vie del paese un manifesto di
lutto cittadino per la prossima scomparsa del proprio comune o organizzare
la marcia su Roma dei piccoli comuni.
Ed è sicuramente comprensibile, anzi doveroso il suo tentativo (riuscito) di sfruttare ogni spazio mediatico utile per combattere la battaglia dei piccoli comuni in via di estinzione. Motivo per cui il Sindaco Biglio, in queste ultime settimane, è apparsa un po' ovunque: piazze, radio, televisioni, stampa...
Niente di male, insomma: il momento sicuramente lo richiedeva.
E tuttavia, ecco ritornare a galla il mio maledetto utopismo.
Sì, perché a me - dovete perdonarmi - piacerebbe vivere in un paese in cui quando sentiamo parlare la Presidente dell'Associazione Nazionale Piccoli Comuni non capiti di essere assaliti dal benché minimo dubbio sulla sua trasparenza di intenti e sulla schiettezza dei propositi espressi.
Converrete invece con me che se qualche piccolo dubbio capita di averlo addirittura sulla limpidezza del suo passato di amministratrice della cosa pubblica, essere capaci di un ascolto neutro diventa cosa piuttosto complicata.
E si finisce, al solito, col ricorrere all'atto di fede.
Non so come la vedete voi, ma se come Sindaco del mio paese mi capitasse ciò che è capitato a Franca Biglio, cioè di essere
rinviato a giudizio per truffa aggravata ai danni del
mio comune (e della Comunità Montana “Alto Tanaro Cebano e Monregalese” di cui fa parte) per via di svariati rimborsi spesa pompati per viaggi e trasferte - alcune delle quali addirittura non sarebbero neppure state effettuate - io
mi dimetterei, anche con una qualche vergogna.
E a maggior ragione mi dimetterei se avessi già restituito al
mio Comune (col voto favorevole dei Consiglieri di maggioranza e contrario di quelli di opposizione)
oltre 25.000 euro evitando così che il
mio Comune si costituisse parte civile.
Badate bene: mi dimetterei con una qualche vergogna anche se fossi convinto della mia innocenza, sia ben chiaro. Perché la vergogna dipende anche dal sospetto, mica solo dalla colpevolezza.
E oltre a questo sapete perché mi dimetterei? Perché sono fermamente convinto che un politico, per poter andare avanti, non debba mai chiedere ai propri elettori un atto di fede sulla sua onestà.
Nessun politico che si rispetti dovrebbe mai mettere il proprio elettore in condizione di pensare "mi pare che tutti gli indizi siano contro il mio referente politico: ora che faccio? Gli credo o non gli credo?".
Per una volta non voglio neppure fare nome e cognome del principe di questa richiesta costante- esplicita o implicita - dell'atto di fede al proprio elettorato. Dirò solo la carica istituzionale: è il Presidente del Consiglio italiano.
Un politico che viene rinviato a giudizio deve dimettersi e pensare a difendersi, colpevole o innocente che sia.
Punto e basta.
Niente atti di fede.
Solo dimissioni.
L'unico atto sicuramente comprensibile, anzi doveroso.
Quello che Franca Biglio, colpevole o innocente che sia, non è riuscita a fare.
E in ogni caso la domanda sorge spontanea: perché mai nessuno glielo ha chiesto?
E perché mai nessuno parla di quel
piccolo dubbio sulla trasparenza del suo operato da Sindaco?
Stampa, televisioni, radio, piazze, sempre in rappresentanza dei piccoli comuni italiani.
Possibile che a nessuno venga in mente che l'etica della politica richiederebbe quantomeno una qualche morigeratezza mediatica?
Che sarebbe
sicuramente comprensibile.
Anzi,
doverosa.
Update n°1.
Due dei link principali che parlavano del rinvio a giudizio in questione sono stati modificati nel contenuto.
In uno l'argomento originario non è riconoscibile dall'
url, ma nell'altro sì e dunque lo riporto di proposito per esteso: http://www.targatocn.it/2011/07/22/leggi-notizia/argomenti/monregalese/articolo/
truffa-sui-rimborsi-spesa-nei-guai-il-sindaco-di-marsaglia-franca-biglio.html.
Provate voi stessi a guardare e vedrete che si parla di tutt'altro (curiosità: l'articolo cambia di tanto in tanto, come se pescasse un post a caso dopo un tot di tempo).
Mah...
Update n°2.
Alcuni lettori mi fanno notare che il link riporta all'articolo originario ma solo a volte, come se randomicamente, di tanto in tanto, venisse pescato il pezzo giusto!
Lo strano caso della notizia intermittente?
L'etica della politica, questa sconosciuta.