Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 27 agosto 2011

La profezia che si autoavvera.


"Siamo certi che grazie a questo Piano straordinario l'isola riceverà il fatturato che si è perso in questi giorni, che verrà completamente compensato: la stagione 2011 sarà la migliore degli ultimi anni"
Coì parlò, il 29 aprile scorso, il Ministro per il Turismo Michela Brambilla nella conferenza stampa dedicata al Piano di rilancio del governo per Lampedusa (alla conferenza doveva prendere parte anche Berlusconi, poi invece all'ultimo momento si presentò Bonaiuti).



Una stima del crollo turistico?

La fa Antonio Martello, presidente del Consorzio albergatori dell'isola, che ha dichiarato: "circa il 70% in meno".

Non sono bastati gli spot del governo, né la faccia che Silvio ha voluto metterci, tra show isolani e proclami mediatici.

La cosa preoccupante è che negli ultimi tempi il mago dei media non ne imbrocca una: qualsiasi cosa tocchi, si tramuta in cenere.

Praticamente un re Mida al contrario.

Lo stesso Berlusconi pare vada dicendo da qualche tempo ai suoi: "mi va tutto male".

Anche questo è un segno.

Che è giunto il momento di farsi da parte.

Perché non c'è niente di peggio che un Premier che avverte sulla sua testa la spada di Damocle della sfiga.

O, se preferite, di un Premier in consapevole attesa che qualsiasi cammino intraprenda si verifichi la nota legge di Murphy: "tutto quello che può andar male, lo farà".

La temibile profezia che si autoavvera sarà sempre in agguato ad ogni passo.


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