Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

mercoledì 10 agosto 2011

Laurea ad Trotam.



Poi dicono che agosto è avara di buone notizie!

Apprendiamo oggi con intimo gaudio che quella lenza del Trota, alias Renzo Bossi - notoriamente non proprio a suo agio nelle attività cogitanti legate all'ambito didattico - sarebbe iscritto al Cepu per guadagnare l'agognato titolo universitario (si sa: in Italia il pezzo di carta è ormai più che altro uno status symbol e in quanto tale non si nega a nessuno).

I dettagli della vicenda rendono la notizia ancora più stuzzicante.

Pare infatti che, per una singolarissima ed inedita circostanza, il buon Trota fruisca di un trattamento che definire di favore sarebbe limitativo.

Anziché frequentare come tutti le lezioni in una delle sedi del Cepu, i Tutor si recano direttamente al  domicilio del rampollo di casa Bossi, per rendere edotto l'erede al trono leghista.

E non finisce qui.

Sapete chi paga l'educazione spirituale del giovane virgulto?

Papà Umberto? Proprio no.

Zio Silvio? Macché.

Sembra che a sostenere il peso economico del progetto educativo in questione - di ben ampio respiro - sarebbe nientepopodimeno che il patron del Cepu in persona, Francesco Polidori.

Che a quanto pare deve essere un vero benefattore, se è vero che sulla sua busta paga, alla voce "formazione", figuravano già tre Papi-girls dell'Olgettina, intime di Silvio: Iris Berardi (l'altra minorenne delle "eleganti cene" di Arcore su cui sono in corso indagini), Aris Espinosa, Ioana Visan.

Che dire?

Nell'Italia del Bunga Bunga, che al Trota vengano concesse corsie preferenziali personalizzate è il minimo che ci si possa aspettare.

E tuttavia che qualcun altro paghi addirittura gli studi per lui, parrebbe almeno questo un po' eccessivo...

A meno che non abbiano male interpretato il detto "la cultura non ha prezzo"...

Update.

Il Trota sostiene che il suo "è solo un corso di inglese", che il domicilio è la sede della Lega di via Bellerio e che per pagare paga, è solo che "ha un conto aperto come fanno in molti".
Yes, he can.


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...