Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 5 agosto 2011

... si muore.



Silvio Berlusconi ha dichiarato alla Camera prima, al Senato poi:
"la nostra economia è solida".
Ecco infatti l'andamento dell'economia nostrana (da settembre 2010 a luglio 2011):

Tassi d'interesse decennali sul debito pubblico.
Su Le Monde di ieri invece - e prima ancora in un articolo apparso nella versione online un paio di giorni fa - un grafico eloquente illustrava in modo ancora più significativo la solidità economica del nostro paese ponendolo a confronto con due nazioni della Zona Euro la cui economia è altrettanto solida e va dunque a gonfie vele:
Siamo praticamente come la Spagna del dimissionario Zapatero.

Peggio di noi solo la Grecia.

Com'era il detto?

Meglio di così...?


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