Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 31 agosto 2011

Ad esequie avvenute.


Giusto un paio di osservazioni.

La prima: ho la sensazione che sia passato un po' inosservato il fatto che il famigerato contributo di solidarietà fosse già in vigore per i soli dipendenti pubblici, e per le pensioni cosiddette d'oro, essendo stato introdotto lo scorso anno, nella manovra 2010.

L'idea innovativa di questo infuocato agosto dunque - subito bocciata, naturalmente - era stata quella di riequilibrare gli aiuti solidali, facendo contribuire non solo i lavoratori pubblici, ma anche quelli privati.

Nada. L'assalto degli amici di Libero e degli altri disinteressati suggeritori - sinceramente preoccupati per alcune tasche italiane, quelle dei propri pantaloni - ha avuto la meglio. 

Il risultato lo sapete: pagano solo "i fannulloni".

Seconda osservazione: viene da chiedersi per quale motivo la Uil - che in queste ore minaccia scioperi e sconquassi - non si sia indignata lo scorso anno, quando ai dipendenti pubblici venne applicato l'odiato balzello di solidarietà, invece che dichiarare, per bocca del Segretario Angeletti, "se c'è equità i sacrifici sono accettabili"...

Per carità: questo rinnovato vigore nella lotta contro l'affossamento dei lavoratori pubblici ci piace ed anche molto.

Solo che, come dire, giunge un po' in ritardo.

Ad esequie avvenute.



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