Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 31 gennaio 2011

Chiodo fisso.

Berlusconi scrive al Corriere e "chiama" Bersani ad un accordo bipartisan
sulle riforme. Ma sotto sotto...

Giusto per capire.

Dopo l'ultima genialata di qualche mese fa, quella cioè di "rimboccarsi le maniche", il Partito Democratico, sull'onda del Rubygate, alza la voce come mai prima d'ora negli ultimi anni: per bocca del suo Segretario, Pierluigi Bersani, lancia infatti, giusto 10 giorni fa, una poderosa campagna popolare per mandare a casa il Premier. L'obiettivo? 10 milioni di firme contro Berlusconi, al grido di "Dimissioni subito".

Orbene, Berlusconi il battagliero, l'indomito, il sanguigno, allora, che fa?!

Ci pensa.

Riflette.

Non parla.

Non reagisce.

Poi, scrive una lettera.

In cui dice questo: 
"propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana".

Silvio, abbi pazienza. Passi l'illogicità (apparente, com'è ovvio) del tuo gesto: sappiamo tutti che stai passando un momento difficile.

Così come sappiamo che prendendoci per  i fondelli hai costruito la tua fortuna politica ed economica.

A tutto c'è un limite, però.

E francamente, fattelo dire... Lanciarti così spavaldamente, in quella lettera, proprio mentre infuria il sexygate, in ardite metafore come questa:
"L’alternativa è tra una «botta secca»[...] e la più grande «frustata» al cavallo [...] che la storia italiana ricordi"
e minacciare poi:
 "venerdì le misure!"
beh, tutto questo non contribuisce per nulla, ma proprio per nulla, a distogliere l'attenzione, come pure avresti voluto, dal tuo chiodo fisso, non ti pare?

Fossi in te, sarei un poco più cauto.

O perlomeno, cambierei ghost-writer.


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domenica 30 gennaio 2011

Carlo Rossella: il cronista.

L'amico di sempre, Carlo Rossella, testimone oculare
 delle cene ad Arcore e teste chiave della difesa.


Riassunto delle puntate precedenti (1a e 2a): Carlo Rossella, in qualità di fine pensatore/filosofo, riscrive in un colpo solo moralità e legalità del concetto di "minorenne". Da cineasta poi, Presidente di Medusa, stila la perizia tecnica sulle donne presenti alle "eleganti" cene di Arcore, negando recisamente la partecipazione di minorenni grazie a prove inconfutabili: i suoi occhi da "esperto".

Ed ora, ecco la 3a ed ultima puntata.

Nel faldone delle investigazioni difensive presentate dai legali di Berlusconi, uno dei testimoni chiave della difesa, il fedelissimo di Silvio, Carlo Rossella, svestita la tunica da filosofo, e dismessi i panni del cineasta, parla, taccuino allo mano, da cronista (Tg1, Tg5, Verissimo, la Stampa, Panorama...) e dichiara:
"Non ho visto consumare assolutamente stupefacenti e alcolici pochissimi. Essendo un cronista ho notato che girava molta Coca Light, acqua minerale e qualche amaro. L’unico che ha bevuto una vodka sono stato io"

La Coca light è un tocco da maestro della cronaca: è un vero peccato che la notizia dei 12 kg. di Coca Strong abbia tramutato questa finezza giornalistica in un clamoroso autogol satirico.

A parte questo, una domanda al cronista Rossella viene da porla: ma lei è lo stesso Rossella che nel 2003 venne sanzionato dall'Ordine dei Giornalisti per l'articolo di copertina su Panorama (n.42 del 17 ottobre 2002) in cui si facevano i nomi dei frequentatori di una casa di appuntamenti romana, violando la dignità delle persone (molte erroneamente citate!) tutelata dall'articolo 2 della legge professionale, dal Codice della privacy e dalla Carta dei doveri del 1993?

No, perché se lei davvero è lo stesso Rossella, le dispiace se dubitiamo un minimo, ma giusto un minimo, della sua attendibilità?

Piccola chicca (da cronista!): la copertina di Panorama incriminata riportava come titolo "Nelle stanze dei libertini. Trasgressivi noi?". 

"Nelle stanze dei libertini", volle infilarsi allora il buon Rossella "cronista", stile Grande Fratello, diciamo.

L'associazione alle stanze dei libertini di Arcore, oggi, è praticamente immediata. 

... e viene quasi da pensare: chi di "Grande Fratello" ferisce...

[La "trilogia di Rossella" è terminata. Hai perso le precedenti puntate? Eccole: Rossella, il filosofo (1a puntata); Rossella, il cineasta (2a puntata)]


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sabato 29 gennaio 2011

Nientepopodimeno.


Tanto perché sia chiaro: chi ha strenuamente duellato con Santoro al telefono, l'altra sera, ergendosi a paladino delle regole e ribattendo sagacemente, colpo su colpo, con dialettica cristallina, senza mostrare mai il benché minimo tentennamento, in perfetto e lucido equilibrio tra logica e contraddittorio, ebbene costui è nientepopodimeno che...
colui il quale è stato insignito del prestigioso premio "Miglior Comunicatore professionale dell'anno 1997".

Questo accadeva nel gennaio del 1998.

Dite la verità.

Nel riascoltare la prosa asciutta e le argomentazioni cogenti, non sembra anche a voi che questi 13 anni trascorsi abbiano lasciato intatte le sfavillanti ed eccelse doti comunicative del Mega Direttore Generale della Rai, il Dott. Ing. Lup. Mann. Gran Farab., Cav. di Gran Croc. Mauro Masi?




[Grazie a Max per la segnalazione!]


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venerdì 28 gennaio 2011

Lettera aperta a Nicole Minetti.


Un'espressione eloquente di Nicole Minetti in un momento dell'intervista a La7.

Cara Nicole, 

è una lettera difficile quella che mi accingo a scriverti. 

Mi perdonerai se mi prendo la libertà di darti del tu, per parlarti, diciamo così, come potrebbe un fratello maggiore (visto che hai 25 anni ed io 38). 

Di certo è difficile, nonostante tutto, immedesimarsi fino in fondo con te, per quello che stai vivendo in queste settimane. 

Purtuttavia, voglio comunque provare a farlo, a mettermi nei tuoi panni

Non già quelli succinti e osé – perdona la facile battuta, ma da fratello maggiore me la concederai – delle “eleganti cene” per cui tu, proprio tu, gestivi a quanto pare le pubbliche (e qui togliere il gruppo ‘bl’ per un facile calembour sarebbe poco fine: te lo risparmio) relazioni. 

E neppure ho intenzione di mettermi nei tuoi panni da Consigliere regionale della Lombardia [pausa di riflessione…], panni che – ragionando in termini di causa/effetto sulle carte dell’inchiesta - parrebbe tu abbia vestito per averne svestiti (o fatti svestire) altri. 

Certo, su questo amerei che tu facessi un piccolo esame di coscienza, e qui ti parlo da cittadino italiano, esattamente come potrebbe parlarti un lombardo, visto che della sua “gente” sei diventata rappresentante, dal primo momento che hai poggiato “la tua fortuna” (come direbbe con squisita eleganza il giornalista Piero Ostellino) sulla sedia del Consiglio Regionale della Lombardia. 
Sì Nicole, perché anche se pochi rammentano ancora – grazie alla nuova filosofia politica introdotta dal Capo dei Capi, l’ “Onorevole” Silvio Berlusconi – che ogni rappresentante politico lo è di tutti e non di una parte soltanto, è nient'altro che questa la cruda realtà: tu, assisa su quella sedia del Consiglio Regionale, rappresenti tutti quelli che vivono nella tua regione e non una parte di essi soltanto. 
Questo significa che parli per loro, pensi per loro, voti per loro, decidi per loro. E decidi per le persone che amano, per i figli che hanno o che vorranno avere (come vorresti averli tu), per i nipoti che hanno o che sperano verranno
Questo, cara Nicole, se ci pensi bene, fa di tutti loro i tuoi unici ed esclusivi datori di lavoro. Il tuo stipendio viene retribuito con i soldi della comunità cui apparteniamo tutti (come del resto hai mostrato di intuire). 

Come vedi, vi sarebbero molteplici ragioni per parlare alla politica, al Consigliere Regionale Nicole Minetti. 

E nonostante questo, placando per un momento lo stupore e lo sdegno per il vergognoso ed inaudito sistema di reclutamento, prostituzione - fisica e morale - e mercimonio muliebre che emerge dalle indagini di Milano e di cui tu, proprio tu, saresti stata una delle protagoniste chiave, a parte tutto questo, vorrei provare a parlare alla donna Nicole Minetti, alla parte più umana e pura che sempre resta, nonostante tutto, dentro ognuno di noi. 

Non so quale vita tu abbia vissuto, fino al momento della tua ascesa, prima televisiva poi politica. Non so quale sia stata la tua infanzia, il tuo vissuto interiore, i tuoi disagi e le tue ansie, le tue convinzioni, i tuoi valori. 

Però ho letto, come tutti, le intercettazioni di questa assurda vicenda. 
Ho visto il tuo volto in decine di telegiornali, in centinaia di scatti, che presto diventeranno migliaia, perché - e sono convinto che lo sai bene - questa storia, almeno per te, non finirà domani, e neppure dopodomani.
Ti attende probabilmente un lungo processo, di cui l’esito è facilmente immaginabile. Ti attende – e ne hai già avuto un piccolissimo antipasto - un’esposizione mediatica (e su che argomenti!) da non augurare nemmeno alla peggiore delle nemiche; esposizione dalla quale la tua reputazione uscirà inevitabilmente scarnificata e lacera, come in poche altre circostanze si è potuto assistere nel nostro paese (mi viene alla mente solo il caso della premiata ditta Wanna Marchi & daughter). 

Riguardo a ciò – ti pregherei di riflettervi - per quella stessa mentalità derivante dal più becero e antiquato maschilismo, grazie al quale oggi tu siedi in Consiglio Regionale, un domani non lontano, cara Nicole, sarai ingloriosamente (e aggiungo ingiustamente) ricordata dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica italiana (specie maschile, ma purtroppo non solo) come “una di quelle”… mentre il 'buon' Silvio, stanne certa, continuerà a godere, almeno nell’immaginario collettivo, di quei privilegi psicologici di cui continua tristemente a godere nella nostra società la figura del macho italico, che fa del soggetto maschile “un conquistatore sublime” e della donna coinvolta, lo dico apertis verbis, semplicemente “una che l’ha data”. 

Perché ti scrivo questo, ti chiederai pertanto. 

Perché nelle tue intercettazioni , solo a leggerle, mi è parso di cogliere tra le righe che tu “sai” e “vedi”. 

Sai. Sai cosa accadrà fra breve. Sai che la tua fine politica è vicina. Sai che il tuo dramma umano è soltanto agli inizi, che gli amici e le amiche cominceranno lentamente a dissolversi nel nulla, che sarai assordata e pervasa dai silenzi di quel cellulare che ora avverti simbolicamente come un cappio intorno al collo. 

Tu sai. E vedi. Vedi le stanze degli interrogatori; le ore interminabili, una dietro l’altra, con le domande incalzanti davanti ai tabulati, davanti alle date, davanti ai nomi, davanti alle trascrizioni delle intercettazioni o, peggio, agli audio della tua voce. 

Vedi le aule dei tribunali, le toghe, i fotografi, i cronisti, le telecamere. Vedi i fiumi di inchiostro della stampa.

E vedi gli occhi della gente

Poi, chissà. Chissà cosa “sai” ancora, cosa “vedi”.

Molto altro, credo. Sempre se ho ben interpretato le espressioni del tuo volto quando, martedì scorso, ho visto il servizio del Tg di La7 delle 20. Questo servizio: 




Quando a bruciapelo ti hanno chiesto “lei è serena?”, il tuo volto ha mostrato un attimo, infinito, di sofferta incertezza e a me è parso quasi che stessi per dire “come si fa ad esserlo, mi sta crollando il mondo addosso e...", ma il tuo avvocato ha prontamente risposto per te, e tu allora, fingendo convinzione hai buttato là quei “sì... sì sì”, recitando una parte che ti aveva assegnato qualcun altro, ma svelando al contempo una disperazione sotterranea, pronta a balzar fuori a tradurre in grida il dolore di cui è fatta.

Sarà temendo questo che Berlusconi si è sperticato in quell’insolita (e altrimenti inspiegabile) difesa a spada tratta nei tuoi confronti, durante la telefonata a Lerner dell’altra sera? Teme forse che tu, il personaggio cardine dell’inchiesta, stia per cedere

Fra tutte le cose che pure, secondo me, sai, una cosa non so se ti è chiara e perciò voglio dirtela. In uno dei tuoi sfoghi telefonici intercettati hai detto “Se Silvio cade, noi cadiamo”. 

Nicole, Berlusconi ha ancora mille vite e, probabilmente, altrettanti modi per venirne fuori. Il tuo destino non è più legato a lui: tu infatti sei già caduta. E molto presto verrai spazzata via dagli eventi, prima che dal corso della giustizia.

Questa tua "ingenuità" è uno degli elementi per cui ho più pietà di te  in questo momento. 

E per questo ti dico: salva il salvabile

Dimettiti da consigliera regionale: fallo per la dignità di quei cittadini lombardi che rappresenti.

E, un attimo dopo, giusto un attimo dopo, parla.
Sì, Nicole, parla, dì tutto quello che è accaduto. Senza remore, senza reticenze. 

Hai detto: “lui mi ha tirato nei casini in una maniera che solo dio lo sa.... In cui non ci sarei finita neanche se mettevo tutto l'impegno” E ancora: “Mi ha tirato nei festini... io sono una brava persona, al massimo faccio contravvenzioni, ma non arrivavo a commettere reati”. 

Sai che questa responsabilità, nei tuoi confronti, Berlusconi ce l’ha, ma ce l’ha moralmente. Il resto, purtroppo, lo hai reso possibile tu, accettando che accadesse

Hai detto anche: "Quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere". 

Può sembrarti paradossale, ma secondo me sei ancora in tempo

Racconta cosa è accaduto e condannalo, riconoscendo e disconoscendo tu per prima la tua ambizione sfrenata e senza pudore, che è stata la scintilla che ha fatto divampare l’incendio. 

Onestamente: non so dirti se questo basterà a riabilitarti agli occhi degli italiani, né quanto tempo potrebbe volerci. 

Ma so per certo che ti riabiliterà alla tua coscienza di donna e di essere umano e che sentirai l’anima alleggerirsi di quel macigno che ora ti opprime e che certamente avverti come insopportabile.

Questa, Nicole, è l’unica via per la tua espiazione morale

L’unico modo che ti potrebbe permettere, un domani, di ricominciare a guardarti allo specchio senza provare quella vergogna che già ti si legge negli occhi

L’unico modo di dimostrare a te stessa, davvero, cosa significa “essere una donna”. 

Comunque vada, buona fortuna.

Luigi Bruschi 

[Questa lettera è stata realmente inviata dalla Città Invisibile all’indirizzo istituzionale del Consigliere Regionale Nicole Minetti - nicole.minetti@consiglio.regione.lombardia.it - oltre che tramite il modulo per le e-mail presente nel sito www.nicoleminetti.it, nella sezione "Contatti"]


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mercoledì 26 gennaio 2011

Carlo Rossella: il cineasta.

Passerella d'onore del fido Carlo per la difesa dell'amico Silvio nel Rubygate


Riassunto della puntata precedente: Rossella, in qualità di filosofo, riscrive in un colpo moralità e legalità del concetto di minorenne.

E ora: 2a PUNTATA.

Nel faldone della difesa di Berlusconi, contenenti le "investigazioni difensive", vi sono le deposizioni di 28 testimoni.

Uno dei testimoni chiave? Carlo Rossella, per l'appunto, partecipante delle "eleganti cene" di Arcore.

In qualità non già di filosofo, stavolta, ma di Presidente della Medusa Cinematografica (oltre che di ex Direttore di Tg1, Tg5 e Verissimo).

Ecco un passaggio rivelatore tratto dal botta e risposta fra lui e gli avvocati di Berlusconi:

(Legenda: "D." sta per domanda, o per Difesa, se preferite:  "R." sempre per Risposta, o per Rossella) 
D. «Lei ha mai notato figure femminili che a suo parere all'evidenza potessero essere di età inferiore agli anni 18?».
R. «Mai. Avendo lavorato per anni nel mondo del cinema e della tv credo di avere l'occhio esperto per giudicare l'età delle donne»
Se pure c'erano minorenni, pertanto - il discorso vuole andare a parare qui - non sembravano tali. Parafrasando: "se si dimostrerà che c'è stato sesso, resta il fatto che in quella situazione non sarebbe stato possibile capire che si aveva a che fare con una minorenne" (come se questo potesse annullare il reato!).

Questa è la perizia oculare dell'esperto, il cineasta Rossella, di chiara fama.

Che - va detto - con una logica del tutto surreale afferma che quelle cene erano assolutamente "normali", senza alcuna implicazione di carattere sessuale, ma, ciononostante, è costretto, inspiegabilmente, a precisare che a queste cene normali non c'erano minorenni.

La domanda è: se le cene erano senza implicazioni sessuali, che differenza fa se c'erano o non c'erano minorenni?!

. . .

Pardon... Ho detto "minorenni"?

Volevo dire "figure femminili all'evidenza inferiori agli anni 18".

Com'è che non mi entra in testa, accidenti?!


[Se invece avete perso la 1a puntata della trilogia, eccola qua: "Carlo Rossella: il filosofo"]


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Carlo Rossella: il filosofo.

Rossella, testimone chiave della difesa nel caso Ruby.

Carlo Rossella, fedelissimo di Silvio Berlusconi, è, secondo le indagini del Rubygate, uno degli illustri e più assidui partecipanti delle "eleganti cene" di Arcore.

Ho ripescato uno stralcio di una sua intervista al Corriere in occasione dello scandalo sulla minorenne Noemi (già, c'era anche quella storia...).

E' il 26 maggio del 2009 .

(Legenda: D. sta ovviamente per Domanda, R. per Risposta o per Rossella, fate voi)
D. La preoccupazione del­la signora Lario [...] è legata al fatto che il premier «frequenta ragaz­ze minorenni»...
R. «Non mi risulta. E, co­munque, non userei la parola 'minorenne' a vanvera...». 
D. No? E perché? 
R. «È un termine vecchio. Semmai, direi che 'la ragazza di cui si sparla aveva meno di 18 anni'...». 
D. E che cambia?! 
R. «Beh, i costumi non sono più quelli d’una volta...».
Intervistato nuovamente, il 18 gennaio scorso, stavolta sul caso dei festini di Arcore - riguardo ai quali viene indicato dalle indagini come uno dei protagonisti (si ignora fino a che punto)- ecco la sua dichiarazione:
«C'ero quella sera e non mi vergogno. Non ho nulla da rimproverarmi. »
Ve lo confesso: non vorrei azzardarmi ad usare l'aggettivo "immorale" a vanvera

Mi limiterò pertanto a constatare un semplice fatto: non sono soltanto i costumi, ad essere cambiati.

Anche il senso della vergogna non è più quello di una volta.

[Vuoi proseguire la lettura della telenovela su Rossella? Vai alla 2a puntata: Carlo Rossella: il cineasta]


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Santi o Inquisitori?

Ilda Boccassini: da Inquisitrice a Santa grazie a Nadia Macrì!

I PM di Milano, nell'adempimento dei propri doveri, "registrano" testimonianze contro Berlusconi?
Allora sono golpisti "da punire", eversivi che fanno lotta politica.
Inquisitori, insomma.

E se invece "fanno le pulci" ad una teste che accusava Berlusconi, tipo Nadia Macrì? Se la interrogano per la seconda volta, poiché dubitavano della prima versione dei fatti (si noti bene: prima versione favorevole all'accusa contro Berlusconi), e fanno venire alla luce alcune incongruenze nella testimonianza?
Allora gli stessi PM diventano fonti preziose, meritevoli di essere citati  (vedi ieri sera, a Ballarò, il Ministro Romani), in quanto "confermano" l'innocenza del Premier.
PM strumento della Provvidenza, dunque.

Questa è la linea di condotta usata dagli uomini di B.(politici e giornalisti) nella vicenda Ruby.

Quando si dice la buonafede...


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lunedì 24 gennaio 2011

In tutte le lingue del mondo.

Da un continente all'altro il sexygate di Berlusconi imperversa. Ovunque.

Mentre la notizia di stamani è che secondo la SWG il PdL sarebbe in forte calo di consensi (contrariamente agli ultimi sondaggi), da segnalare sono i risultati  di un recente sondaggio effettuato sempre dalla SWG per Affari Italiani. Eccone la tabella riassuntiva.
E' vero, rimane quel 31% di, come dire, "fiduciosi".


Ebbene, lungi da me l'idea di convincere "gli stakanovisti dell'illusione" (o dell' "illusionismo"!) che sarebbe cosa buona e giusta che Berlusconi si dimettesse.
E tuttavia è forse il caso di riflettere rapidamente - per chi non l'avesse già fatto - sul contraccolpo che questa vicenda sta avendo all'estero sull'immagine del nostro paese.

Per la serie dunque "un conto è immaginarlo, un altro è vederlo con i propri occhi", sono andato girellando qua e là per la rete a caccia di impressioni altrui, che non fossero quelle note della stampa americana o europea.
E mi sono impressionato. Ecco perché:


Tanzania
Australia
Angola
Kenya
Ecuador
Guatemala
Cina
Venezuela
Messico
Costa Rica
Giappone

Colombia

Ovviamente potrei continuare. Invece mi fermo qui.

Non so a voi, ma a me nasce spontaneo un quesito: con quale faccia Berlusconi si presenterà al prossimo consesso internazionale?

Perché la sensazione è che la faccia, oramai, per sua e nostra disgrazia, l'abbia persa ovunque.

In tutte le lingue del mondo.



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domenica 23 gennaio 2011

Datore di lavoro.

Berlusconi funambolo: ma questa corda, oramai, non sarà un po' troppo tesa?

Certo che questi dell'Istat devono proprio essere comunisti nel profondo...

Continuano a far uscire di quelle notizie sfigate e menagrame...

L'ultima l'avete sentita?

Ebbene, secondo questi dannati bolscevichi, stando ai risultati di una ricerca che hanno condotto sui giovani, in Italia una donna su due non ha lavoro e - attenzione - nemmeno lo cerca!

Vi rendete conto? Nella classifica, i malnati stalinisti, ci hanno addirittura messo all'ultimo paese nella Ue, dopo Malta!

C'è davvero da vergognarsi! Poi si lamentano se vengono tagliati i soldi alla ricerca!!!!!!!

A parte il fatto che, come ha già avuto modo di dire il buon Tremonti, con la cultura non si mangia.

Ma in ogni caso, lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi, oramai è sulla bocca di tutti, è in prima linea nel far schizzare in alto la percentuale delle donne "occupate"!!

E sia ben chiaro: tutte puntualmente retribuite.

Eccone una prova esemplificativa per dimostrare, inconfutabilmente, i fatti.



Visto? E questi sono solo i bonifici del Premier ad Alessandra. Poi ci sono tutte le altre...

Come chi è Alessandra? Alessandra Sorcinelli, ex meteorina di Emilio Fede e partecipante assidua delle "eleganti" feste del Premier!

Siete senza parole, eh?!

Criticate, criticate! Criticate senza sapere!

In un anno, signori miei, soltanto 115.000 euro ad una donna! Meglio di un'occupazione squallida qualsiasi, altro che storie!

Parlate ancora di disoccupazione femminile, adesso, se avete coraggio!

Sentite, sentite dalla stessa bocca di Alessandra (ritoccata divinamente!) che vita riesce a condurre (e ci consiglia!), grazie al Datore di Lavoro più generoso che esista, Papi Silvio.




Chiaro?!

Dite la verità: non vi fate un po' pena, ora, moralistelli da strapazzo che non siete altro?!

Tutte quelle cifre sulle ragazze che non studiano e non cercano lavoro! 

Via, diciamocelo seriamente: a cosa serve, in fondo, alle splendide donne italiane (e non solo), lavorare "davvero"? 

In fondo, basta partecipare a qualche cenetta in amicizia... e il caffè, nel giardino di Bulgari, è servito.

Non è questo il paese che tutti sognano e ci invidiano?!

Aggiornamento: la Sarcinelli ha dichiarato "Quei bonifici sono aiuti che mi sono arrivati in un momento di difficoltà. Sono stata sostenuta economicamente dal premier perché ero senza lavoro". Datore di lavoro, appunto. Ragazze in difficoltà, siete avvisate: uno squillo al Presidente ed è tutto risolto. Dopodiché, l'appuntamento, come per ogni giovane donna in difficoltà che si rispetti, è già fissato: tutte da Bulgari, naturalmente! 


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sabato 22 gennaio 2011

I nuovi apostoli.


Dopo l'ultima cena (con festino), lettera dei nuovi apostoli ai cattolici italiani

Dopo l'intervento del Card. Bertone e, soprattutto, dopo le parole del Papa di ieri, che hanno naturalmente fatto pensare ad un riferimento - più o meno implicito - al Rubygate, qualcuno ha creduto di poter aggiungere qualcosa.

Dopo che la somma autorità in materia spirituale si era pronunciata, qualcuno ha ritenuto di poter chiarire meglio, di poter indicare la via in modo più efficace, di potersi ergere a guida pastorale più autorevole.

Chi ha osato tanto? Quali i volti e i nomi degli intrepidi, nuovi apostoli?! Alti prelati? Cardinali? Vescovi? Teologi?

No. Politici.

Dell'UdC, magari? 

No. Del PdL.

Eccoli, volti e nomi.

Maurizio Lupi
Gaetano Quagliariello

Roberto Formigoni

Raffaele Calabrò
Maurizio Sacconi

Eugenia Roccella




Mario Mauro
Alfredo Mantovano



Maurizio Gasparri


Questi i nuovi apostoli, firmatari della epistola ai cattolici italiani.

Il nucleo centrale della lettera?

Il richiamo alla vera morale e non al moralismo di questi giorni che, testuali parole, "nulla ha a che fare con quella imitatio Christi a cui la Chiesa ci invita".

Chiaro? Imitatio Christi, imitazione di Gesù.

Di cui il seguace più scrupoloso e puntuale appare, agli occhi di tutti, in questi giorni - inutile dirlo -  il santissimo e reverendissimo Silvio Berlusconi.

Dico solo una cosa. 
Se davvero Dio esiste, cari apostoli della nuova morale, io, fossi in voi, in vista del Giudizio Universale, un po', anche soltanto un po', comincerei a preoccuparmi.

Poi, sapete com'è, fate vobis.


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venerdì 21 gennaio 2011

Espiazione preventiva.

Il Vaticano interviene nella vicenda Berlusconi-Ruby...


Lo ammetto.

Un po' di pregiudizio ce l'ho.

E sicuramente sarà per questo che continuo a pensare che la reazione tardiva del Vaticano al Rubygate, dalle colonne dell'Avvenire alla dichiarazione del Segretario dello Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone, abbia la consistenza di un minuscolo granello di sabbia, nelle forme in cui è stata presentata, in confronto al deserto morale scoperchiato dallo scandalo in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dunque, con lui, tutta l'Italia.


Per di più, analizzando nello specifico le parole del Card. Bertone, personalmente, da cittadino laico, rimango seriamente perplesso:
"'La Chiesa invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica, ad assumere l'impegno di una più robusta moralità e legalità"
Che formulata così sembra quasi significare: "suvvia Silvio, un po' d'attenzione: aumenta l'impegno nella moralità e nella legalità, che sono già robuste per carità, ma dovrebbero esserlo di più".
Tirata d'orecchie e invito ad "aggiustare il tiro", in estrema sintesi: tutto qui.

Tutto qui?!

Ve la dico tutta. Ecco le prime parole che mi vengono in mente e che, come minimo, mi sarei aspettato:

"La Chiesa è profondamente scioccata dall'abisso etico che emerge dagli atti della Procura di Milano e che lascia intravedere, se verranno confermate le vicende in questione, una seria emergenza sociale per quanto concerne la concezione delle istituzioni politiche e il rapporto fra potenti e società civile. Per non parlare di quanto attiene alla sfera della morale e a quella fondamentale del rispetto, oltre che per le leggi dell'uomo, in primo luogo per le leggi di Dio, che indicano nella dignità della persona, sia uomo che donna, il valore portante della nostra comunità".

Qualcosa del genere, si poteva, anzi doveva dire, no?

Perché certamente sarà un mio pregiudizio ritenere le parole spese finora "un granello nel deserto", ma ricordo male o i disvalori contro cui Papa Benedetto XVI si scaglia da anni sono nientepopodimeno che (parole di Ratzinger) "il relativismo etico" e "l'inquinamento morale", e tutto ciò che "spettacolarizza il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna"?

Ok: time-out, ora.

Relativismo etico e inquinamento morale.

Dite la verità: trovate definizioni migliori di queste per riassumere, in modo forbito, la melma contenuta nelle 389 pagine dell'oramai arcinoto faldone?

La domanda allora sorge spontanea: sarà un caso che la tassa IMU prevista nel decreto del federalismo fiscale (quella definita come un "restyling dell'ICI", secondo l'ANCI, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani) preveda colossali esenzioni per il patrimonio della Santa Sede (si parla di una stima attorno ai 700 milioni di euro)?

Provate a chiedere in giro se pensano che sia un caso.

E a chi vi dirà che chissà, perché no, ma sì, forse sì dai, magari in effetti, per una volta almeno lo è, chiedetegli come mai, nella prima stesura del decreto, non era prevista alcuna esenzione...

Ultim'ora: giusto stamani il Papa ha parlato di "indebolimento morale". Dall'inquinamento siamo già all'indebolimento.
Per le prossime tre puntate della telenovela sono previste nell'ordine (1)"malessere morale", (2) "lieve disorientamento morale". Terza puntata? Il silenzio.


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mercoledì 19 gennaio 2011

La prima cosa brutta...

Sensazioni in libertà dopo la puntata di Ballarò sul Rubygate.


Stavo provando a riflettere sul magone che mi ha colto successivamente alla visione di Ballarò, ieri sera.

Ci ho pensato un po'. Non focalizzavo.

Allora mi sono fatto una domanda precisa: qual è la cosa più triste cui ho assistito ieri sera?

Ho ripercorso mentalmente, in ordine sparso, le sensazioni causate dai vari eventi, immagini, parole, quasi rivivendo i momenti.

Ho scoperto così che non mi ha intristito (più del solito) che il Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana non mantenga un atteggiamento non dico super partes o neutrale (cosa che considerato l'incarico e la funzione, naturalmente, dovrebbe essere scontata) ma nemmeno prudente.
Pensateci: non vi pare che Alfano, con le sue dichiarazioni, abbia praticamente emesso una sentenza definitiva, da Ministro della Giustizia - lo ripeto - nei confronti di magistrati (quelli di Milano) che dipendono da lui?!
A questo riguardo è interessante notare che se solo il Ministro credesse alle sue stesse parole, e dunque la Procura di Milano fosse realmente anche soltanto "sospettata" di aver commesso quel "blitz militare" di cui ha parlato ad esempio Cicchitto, come Ministro della Giustizia Alfano avrebbe pieni poteri per fare (come certamente farebbe) ben altro che non semplicemente provare a ragionare di competenze nella speranza di "sfilare" l'inchiesta ai PM milanesi.
Ma non è questa, dicevo, la cosa che più mi ha intristito.

Anna Maria Bernini
Continuando a ripercorrere i momenti della trasmissione, ho appurato d'altronde che non mi hanno intristito (più del solito) nemmeno gli interventi di Anna Maria Bernini (che, non so se ci avete fatto caso, è un singolare incrocio fra Belen, Mara Carfagna e Daniela Santanché!). Nel suo caso, lo confesso, mi ha lasciato un po' interdetto che, in qualità di membro della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, l'On. Bernini abbia candidamente dichiarato di non aver letto ancora le carte della Procura!!
Avete capito bene: stando alle sue parole, in primo luogo parlava senza sapere di cosa parlasse (!), in secondo luogo dobbiamo immaginarla tutti quanti febbrilmente a lavoro, nottetempo, a leggere le quasi 400 pagine della richiesta di autorizzazione, visto e considerato che proprio per oggi era prevista la riunione della Giunta (riviata in extremis a martedì, notizia di poco fa)! 
Solo en passant, continuo a chiedermi, in questi giorni, come riescano le donne del PdL a parlare di questa vicenda senza arrossire, senza provare vergogna, senza quel minimo sindacale di pudore non dico istituzionale, e nemmeno morale, ma almeno umano di fronte all'ampiamente documentato utilizzo delle donne (utilizzo "finale", ma anche intermedio e pure trasversale) reclutate nelle e per le "eleganti" feste dell'Imperatore Silvio.

Nonostante tutto questo, nonostante Alfano e nonostante la Bernini, ho scoperto infine, a forza di ripercorrere sensazioni ed eventi, che la cosa che mi ha intristito maggiormente, anzi, diciamocelo, che mi ha fatto più male, è un momento in particolare, qualche fotogramma nello specifico, alcune precise parole.
In un momento della trasmissione, è andato in onda un servizio in cui un intervistatore domandava in giro ai passanti cosa ne pensassero delle vicende in questione e dunque di Berlusconi. Ebbene una signora, una passante, una cittadina comune, una di noi, insomma, piuttosto in là con l'età, ha affermato, quasi scusandosi, con un'espressione fra l'attonito e il rassegnato, più o meno questo: 
"che ci posso fare, lui mi sta simpatico".
Ora: se una signora di ben altra generazione, che per età potrebbe essere mia nonna, arriva a fare una simile affermazione, io sono dell'idea che delle due l'una.

O la vecchina ha smarrito del tutto il senno, che oramai se ne va errando, come quello dell'Orlando furioso, per la luna e dintorni...

O questo paese, come si direbbe a Firenze, non sta una sega bene.

Propendo nettamente per la seconda ipotesi.

Ed è per questa convinzione che il mio magone, in questi giorni, non vuole saperne di lasciarmi in pace...


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martedì 18 gennaio 2011

Figlie di un dio minore.


''Prima, quando è scoppiato il casino, pensavo alla fama, alla carriera. Ora vorrei solo che finisse tutto. Vorrei togliermi l'etichetta che mi hanno messo. Poi mi sposo e penso alla famiglia. Voglio sposarmi, una casa, una famiglia. Voglio tre figli e che tutto quello che sta succedendo in questi giorni finisca presto".

Parlando fra conoscenti e amici, ve lo confesso, continuo ad imbattermi spesso in chi, tra il serio e il faceto,  afferma che le responsabilità delle azioni della minorenne Ruby siano da ascriversi, in massima parte e praticamente d'ufficio, al suo essere "zoccola".

Voglio dirlo chiaramente, scrivendolo qui ed ora, nero su bianco: trovo questo modo di ragionare, oltre che squallido, semplicemente indegno, beceramente maschilista e del tutto privo di una qualsiasi sensibilità umana. 

Non so come la pensiate, voi che mi leggete.

Personalmente, fra le righe della dichiarazione che apre questo post, rilasciata da Ruby ad Oggi, ci leggo tutto il dramma psicologico di un'adolescenza rubata.

E chiunque (e dico chiunque) sia complice, a qualsiasi livello, di questa rapina, merita soltanto due cose: sdegno e riprovazione.


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lunedì 17 gennaio 2011

"Non ho mai"...

Tag-Cloud del videomessaggio di Berlusconi.

Detto, fatto.

Fra le tante esternazioni che Silvio Berlusconi ci regala, un paio di giorni fa avevo previsto che la frase "Se nei collegi giudicanti ci saranno giudici di sinistra, andrò in tv e spiegherò di cosa si tratta: non si possono trovare giudici che oseranno dare una condanna su fatti che non esistono" non era per nulla casuale e che l'appuntamento televisivo sarebbe stato presto onorato.

Così è stato.

Con studiata scelta di tempo, dunque, nel pomeriggio di ieri, di domenica, il giorno delle famiglie e del tempo libero, passato magari a fare zapping, Berlusconi ha parlato in un video certamente nient'affatto improvvisato ed anzi confezionato e pronto, verosimilmente, già da diversi giorni.

La sintesi estrema?

Secondo me sta tutta nelle parole che vedete nella cloud del discorso, quelle più pronunciate dal Premier:
Non... ho... mai...
Il Premier nega tutto e pesca dal cilindro una nuova e misteriosa fidanzata. Parla di un paese non libero (e su questo concordiamo con lui) e dei "noti  PM" che minano la libertà individuale di tutti (cioè la sua).

La lotta alla magistratura entra dunque nel vivo. E credo che sarà l'ultimo atto di questa lunga storia italiana.

In quelle tre parole raccolte in modo sparso, "non-ho-mai", c'è la sintesi del "ventennio berlusconiano".

Non ha mai avuto rapporti con la mafia: se ne ha assunto un esponente ad Arcore (Vittorio Mangano), è stato ad insaputa non solo sua, ma anche dell'amico fraterno Marcello Dell'Utri, condannato in appello per concorso esterno in associazione mafiosa.

Non ha mai avuto rapporti con prostitute di alto bordo o giovani "in carriera" (le Papi girls): è solo che ama le donne, lavora tanto e qualche volta un qualche svago potrà pur prenderselo.

Non ha mai avuto rapporti coi comunisti. Eccetto con Putin. Se questo è accaduto è perché il presidente rosso (o russo, fa lo stesso) è un "dono del Signore" (e per qualche gasdotto in più...).

Non ha mai avuto rapporti con dittatori, perché lui è un liberale. Se è accaduto con Gheddafi, è perché questo rappresenta un vantaggio per tutti.

Non ha mai avuto rapporti con delinquenti o sovversivi. Se è accaduto con Licio Gelli  e gli è  toccato iscriversi alla P2 (tessera n° 1816), l'ha fatto per fare un favore ad un amico (Roberto Gervaso).

Non ha mai avuto rapporti con corruttori. Tanto meno con un "corruttore in atti giudiziari", tipo l'avvocato David Mills, al quale è stato staccato un assegno di 600.000 dollari per dichiarare il falso in due processi (la Cassazione ha riconosciuto colpevole Mills così come ha ritenuto certo che Berlusconi abbia corrotto Mills). Se è accaduto qualcosa, anche questo è stato a sua insaputa.

Non ha mai avuto rapporti con stati illiberali. Se è accaduto con la Cina comunista, difatti, è perché: "I governanti cinesi, come noi, sono fautori della politica del fare e preferiscono affrontare e risolvere problemi piuttosto che irrigidirsi su questioni di principio. Come noi preferiscono la politica dello sviluppo, dell'armonia e della sicurezza" e sanno "mettere sul tavolo il buonsenso e cercare l'accordo con tutti".

Last but not least, naturalmente, non ha mai avuto rapporti con minorenni. Tutto quello che c'è stato, cioè niente, è accaduto perché è tenero di cuore, un samaritano, un vero filantropo.

Caro Silvio, fattelo dire. Forse sarò un po' all'antica: ma a me tutti questi rapporti fanno venire un gran mal di testa.

E "consentimi": in quasi vent'anni, personalmente, non ho mai, mai creduto a quello che dici un solo giorno, un solo minuto della mia vita politica da cittadino.

Mi capirai, dunque, se non ti credo neanche ora, che leggo la paura nei tuoi occhi e la colpevolezza nei movimenti tremuli agli angoli della bocca del tuo viso dissimulatore.

Non ho mai creduto alle tue parole. Non comincerò ora.

Ora che, palesemente, nemmeno tu sai più cosa dire.


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