''Prima, quando è scoppiato il casino, pensavo alla fama, alla carriera. Ora vorrei solo che finisse tutto. Vorrei togliermi l'etichetta che mi hanno messo. Poi mi sposo e penso alla famiglia. Voglio sposarmi, una casa, una famiglia. Voglio tre figli e che tutto quello che sta succedendo in questi giorni finisca presto".
Parlando fra conoscenti e amici, ve lo confesso, continuo ad imbattermi spesso in chi, tra il serio e il faceto, afferma che le responsabilità delle azioni della minorenne Ruby siano da ascriversi, in massima parte e praticamente d'ufficio, al suo essere "zoccola".
Voglio dirlo chiaramente, scrivendolo qui ed ora, nero su bianco: trovo questo modo di ragionare, oltre che squallido, semplicemente indegno, beceramente maschilista e del tutto privo di una qualsiasi sensibilità umana.
Non so come la pensiate, voi che mi leggete.
Personalmente, fra le righe della dichiarazione che apre questo post, rilasciata da Ruby ad Oggi, ci leggo tutto il dramma psicologico di un'adolescenza rubata.
E chiunque (e dico chiunque) sia complice, a qualsiasi livello, di questa rapina, merita soltanto due cose: sdegno e riprovazione.
Figlie di un dio minore.