Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 3 gennaio 2011

Auspicio per il 2011: il centrodestra che vorrei.

Marcello Veneziani vorrebbe un Giornale libero e critico.
 Per un centrodestra immaginario.

Ieri, nella mia lettura della stampa quotidiana, mi sono imbattuto nell'editoriale sul Giornale firmato da Marcello Veneziani. Titolo: "Auspicio per il 2011, la stampa che vorrei".

Fra i contenuti che qua e là ostentano equilibrio (o equilibrismo?) e contraddizioni di varia natura, il buon Veneziani auspica un Giornale diverso, "non di guerriglia", " liberamente e criticamente schierato". Su Repubblica, poi, scrive testualmente: "La Repubblica andrebbe studiata nel passaggio da giornale radical snob (visto che chic è usurato, e snob vuol dire sine nobilitate) a giornale da caccia all’uomo, imperniato sul razzismo etico verso il nemico e la guerra civile semi-fredda tra due Italie che si schifano".

Ora: a parte il fatto che solo Alice nel Paese delle Meraviglie potrebbe auspicare che il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, diventi improvvisamente un quotidiano libero e critico; a parte questo, definire Repubblica un quotidiano da "caccia all'uomo imperniato sul razzismo etico" sarebbe solamente ridicolo, se non fosse irresponsabile e per di più grave, specie considerato che l'articolo invita a moderare i toni (tanto per citare una delle tante contraddizioni!).

Razzismo etico. Veneziani ci ammorba con questo concetto, di cui rivendica il conio, più o meno da una decina d'anni (qui trovate un sunto esemplare del suo pensiero).

Ok, bisogna ammettere che a sinistra abbiamo sempre sofferto di un certo malcelato e pernicioso senso di superiorità intellettuale e questo, senza giri di parole, è un atteggiamento da condannare.

Ciò non implica, tuttavia, che l'etica messa in campo dal centro-sinistra non possa essere migliore di quella messa in campo da Berlusconi.

Veneziani ci dimostri, che so, magari tramite sondaggi e numeri concreti (se possibile non taroccati, grazie), che la maggior parte dell'elettorato berlusconiano (mi accontento del 51%!) è, in ordine rigorosamente sparso:
contro l'evasione fiscale;
contro il malaffare in tutte le sue forme: tangenti, favoreggiamenti, nepotismi, raccomandazioni;
contro l'assalto alle istituzioni a prescindere dalle idee (Presidente della Repubblica e CSM in primis), anche quando condotto "solo" a parole;
contro i personalismi legislativi;
contro il boicottaggio e la manipolazione dell'informazione;
contro ogni forma di censura, anche quando le idee sono diverse dalle loro;
contro ogni forma di discriminazione, che sia religiosa ("esiste solo il cattolicesimo"), sessuale ("i gay = male sociale"), sessista ("la donna come oggetto di trastullo e merce di scambio per favori e ricompense");
contro ogni forma di assolutismo politico, nel rispetto del parlamento e della Costituzione...

Potrei continuare, mi fermo invece qui.

Aggiungo solo un inciso.

Quando io, razzista etico, vengo informato che un politico di centro-sinistra potrebbe essere coinvolto in qualcosa di poco pulito, non grido al complotto nazionale o internazionale e, rimanendo garantista, pretendo comunque che si dimetta e attendo gli esiti del processo.
L'ovvio ragionamento è che, nel dubbio, preferisco salvaguardare lo Stato inibendo un ipotetico delinquente, che aspettare anni e anni per poi scoprire che chi si pensava fosse un delinquente, lo era veramente e nel frattempo, abusando della mia cieca fiducia in attesa del giudizio, ha commesso danni irreparabili!

A questo riguardo, qualcuno, di centrodestra, mi deve ancora spiegare per quale paradosso logico il fatto che Berlusconi sia indagato decine di volte deve necessariamente significare che la magistratura sia politicizzata e complottista, mentre non può assolutamente significare che Berlusconi è un poco di buono...

In virtù di questo, caro Veneziani, se lei definisce quello di centro-sinistra razzismo etico, quando si parla di valori che non possono né devono essere messi in discussione, come dovremmo chiamare l'atteggiamento di chi ritiene che Berlusconi abbia ragione SEMPRE e COMUNQUE a prescindere da tutte le cose che fa o di cui viene accusato?

Credo che possa rispondersi da solo, lei che legge, mentre gli elettori di centrodestra stentano a farlo, se è vero come lei stesso rammenta che il cambio di stile del Giornale potrebbe servire "per concorrere a elevare la qualità di quel popolo, maggioritario nelle urne, minoritario nella lettura".

Se poi vuole una mia definizione del comportamento dell'elettore medio di Berlusconi, gliela dò volentieri: monoteismo politico associato ad una bella dose di egoismo sociale.

Lascio a lei il giudizio di cosa sia più pernicioso per una collettività che voglia sopravvivere come tale.

Cari saluti. Razzisti non so. Etici sicuramente.

P.S. E a proposito di etica: quella del sondaggio su Bondi dei Club della Libertà vi è sfuggita? Leggete qua:
L'incredibile storia del sondaggio su Bondi, ovvero "Salvate il Soldato Bondi!"


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