La Città Invisibile inaugura oggi una nuova rubrica che, a meno di una rivoluzione epocale nel nostro paese, è destinata a regalarci svariati ed intensi momenti culturali.
Parlo infatti di un vero e proprio corso di giornalismo moderno, in pillole naturalmente.
Si sa: oramai in Italia si fa a gara a chi dà saggi migliori di giornalismo drogato.
Notizie inventate, confezionate su misura, falsate, presunte, date e poi smentite: ce n'è per tutti i gusti.
Se questa pertanto è la nuova professione bisogna attrezzarsi: altrimenti, se non si sta sull'onda, surfando con maestria, si rischia di venir tagliati fuori dal nuovo mondo del lavoro!
Ecco allora il Corso di Giornalismo Drogato, sottotitolo "Come avvelenare l'informazione e far sballare il pubblico", ad uso di tutti coloro che aspirano ad impadronirsi di quella che appare sempre più come un'arte squisita e sopraffina.
Lesson number 1.
Si parte da un obiettivo, preferibilmente politico. Una tesi da dimostrare.
Vedo perplessità nei vostri occhi. State corrugando la fronte e inarcando le sopracciglia?
Buon Dio, non sarete mica ancora fra quelli che pensano che il giornalismo sia "dare le notizie"?!
Suvvia, bando alle ingenuità! Lasciate perdere tutte le buone intenzioni e i discorsi sull'"informare correttamente": non vanno più di moda. Questo è il paese dei Feltri, dei Sallusti, dei Belpietro, dei Minzolini. L'informazione sono loro: sono loro i nuovi "maestri".
Dunque si diceva: dovete partire da una tesi da dimostrare. Un po' come costruire un teorema: si parte da "vogliamo dimostrare che..." e si finisce con "come volevasi dimostrare". In mezzo, la notizia.
Drogata.
Facciamo un esempio pratico?
A questo punto si spulciano schedari, si fanno ricerche in rete, si ricicciano ritagli di riviste o quotidiani messi precedentemente da parte per l'occorrenza. Si reperisce, insomma, tutto il materiale utile.
Ovviamente, il focus dell'articolista dev'essere a ciò che fa più incaxxxxxare la gente. Se si parla di categorie sociali si va sul sicuro: se gli esponenti della categoria, prendi i magistrati, guadagnano un po' di soldini e magari riesco a far passare l'idea che lavorano pure a ufo, il gioco è fatto.
Ora ci vuole un titolo denso di significato. Eccolo: Toghe, stipendi choc: 1 miliardo di euro l'anno.
Forte, no?! Praticamente c'è già tutto.
Ma si può fare di più.
C'è bisogno di un incipit ad effetto, che sintetizzi tutto il senso dell'articolo (per di più, molti leggeranno senz'altro solo le prime e le ultime righe...).
Ecco allora l'incipit: "Pagati, viziati, lentissimi e ipersindacalizzati".
E giù dati e numeri a sostegno della tesi.
Non è un esempio perfetto di giornalismo drogato?!
Lo è.
Specie se
i dati sono parziali, se le riflessioni su alcuni numeri
non vengono contestualizzate, se non si cita la madre delle richerche riguardo alla Giustizia:
il rapporto Cepej 2010 (
Cepej=
Commission
européenne
pour l’
efficacité de la
justice, cioè Commissione europea per l’efficienza della giustizia).
Che parla di un numero bassissimo di magistrati italiani, che produce una mole di lavoro immensa in tempi lunghi ma tutto sommato onesti, considerata la media europea. Quanto agli stipendi, sono fra i più alti quelli dei magistrati dell'ultimo grado di giudizio, mentre la questione cambia radicalmente per giudici e pm ad inizio carriera. E così via.
Questa sarebbe stata la verità. Quella che andava di moda nel vecchio giornalismo. Quello non drogato.
Rammentate dunque: la verità, per drogare l'informazione in modo ineccepibile, va assolutamente bandita.
Ecco: la lezione numero 1 del Corso di Giornalismo Drogato può terminare qui.
BIBLIOGRAFIA: se per ripassare ed approfondire voleste leggere con i vostri occhi l'esempio citato, cioè l'articolo a firma di Francesco Maria del Vigo, pubblicato sul sito del quotidiano Libero, lo trovate
QUI.
Buono studio. E alla prossima lezione.
[Già pronto per le prossime lezioni? Ok:
Corso di Giornalismo Drogato. Lezione n°2.;
Corso di Giornalismo Drogato. Lezione n°3]
C.G.D.: Corso di Giornalismo Drogato. Lezione n° 1.