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Rossella, testimone chiave della difesa nel caso Ruby. |
Carlo Rossella, fedelissimo di Silvio Berlusconi, è, secondo le indagini del Rubygate, uno degli illustri e più assidui partecipanti delle "eleganti cene" di Arcore.
Ho ripescato uno stralcio di una sua
intervista al Corriere in occasione dello scandalo sulla
minorenne Noemi (già, c'era anche quella storia...).
E' il 26 maggio del 2009 .
(Legenda: D. sta ovviamente per Domanda, R. per Risposta o per Rossella, fate voi)
D. La preoccupazione della signora Lario [...] è legata al fatto che il premier «frequenta ragazze minorenni»...
R. «Non mi risulta. E, comunque, non userei la parola 'minorenne' a vanvera...».
D. No? E perché?
R. «È un termine vecchio. Semmai, direi che 'la ragazza di cui si sparla aveva meno di 18 anni'...».
D. E che cambia?!
R. «Beh, i costumi non sono più quelli d’una volta...».
Intervistato nuovamente, il
18 gennaio scorso, stavolta sul caso dei festini di Arcore - riguardo ai quali viene indicato dalle indagini come uno dei protagonisti (si ignora fino a che punto)- ecco la sua dichiarazione:
«C'ero quella sera e non mi vergogno. Non ho nulla da rimproverarmi. »
Ve lo confesso: non vorrei azzardarmi ad usare l'aggettivo "immorale" a vanvera.
Mi limiterò pertanto a constatare un semplice fatto: non sono soltanto i costumi, ad essere cambiati.
Anche il senso della vergogna non è più quello di una volta.
Carlo Rossella: il filosofo.