Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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mercoledì 26 gennaio 2011

Carlo Rossella: il cineasta.

Passerella d'onore del fido Carlo per la difesa dell'amico Silvio nel Rubygate


Riassunto della puntata precedente: Rossella, in qualità di filosofo, riscrive in un colpo moralità e legalità del concetto di minorenne.

E ora: 2a PUNTATA.

Nel faldone della difesa di Berlusconi, contenenti le "investigazioni difensive", vi sono le deposizioni di 28 testimoni.

Uno dei testimoni chiave? Carlo Rossella, per l'appunto, partecipante delle "eleganti cene" di Arcore.

In qualità non già di filosofo, stavolta, ma di Presidente della Medusa Cinematografica (oltre che di ex Direttore di Tg1, Tg5 e Verissimo).

Ecco un passaggio rivelatore tratto dal botta e risposta fra lui e gli avvocati di Berlusconi:

(Legenda: "D." sta per domanda, o per Difesa, se preferite:  "R." sempre per Risposta, o per Rossella) 
D. «Lei ha mai notato figure femminili che a suo parere all'evidenza potessero essere di età inferiore agli anni 18?».
R. «Mai. Avendo lavorato per anni nel mondo del cinema e della tv credo di avere l'occhio esperto per giudicare l'età delle donne»
Se pure c'erano minorenni, pertanto - il discorso vuole andare a parare qui - non sembravano tali. Parafrasando: "se si dimostrerà che c'è stato sesso, resta il fatto che in quella situazione non sarebbe stato possibile capire che si aveva a che fare con una minorenne" (come se questo potesse annullare il reato!).

Questa è la perizia oculare dell'esperto, il cineasta Rossella, di chiara fama.

Che - va detto - con una logica del tutto surreale afferma che quelle cene erano assolutamente "normali", senza alcuna implicazione di carattere sessuale, ma, ciononostante, è costretto, inspiegabilmente, a precisare che a queste cene normali non c'erano minorenni.

La domanda è: se le cene erano senza implicazioni sessuali, che differenza fa se c'erano o non c'erano minorenni?!

. . .

Pardon... Ho detto "minorenni"?

Volevo dire "figure femminili all'evidenza inferiori agli anni 18".

Com'è che non mi entra in testa, accidenti?!


[Se invece avete perso la 1a puntata della trilogia, eccola qua: "Carlo Rossella: il filosofo"]


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