Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 31 gennaio 2011

Chiodo fisso.

Berlusconi scrive al Corriere e "chiama" Bersani ad un accordo bipartisan
sulle riforme. Ma sotto sotto...

Giusto per capire.

Dopo l'ultima genialata di qualche mese fa, quella cioè di "rimboccarsi le maniche", il Partito Democratico, sull'onda del Rubygate, alza la voce come mai prima d'ora negli ultimi anni: per bocca del suo Segretario, Pierluigi Bersani, lancia infatti, giusto 10 giorni fa, una poderosa campagna popolare per mandare a casa il Premier. L'obiettivo? 10 milioni di firme contro Berlusconi, al grido di "Dimissioni subito".

Orbene, Berlusconi il battagliero, l'indomito, il sanguigno, allora, che fa?!

Ci pensa.

Riflette.

Non parla.

Non reagisce.

Poi, scrive una lettera.

In cui dice questo: 
"propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana".

Silvio, abbi pazienza. Passi l'illogicità (apparente, com'è ovvio) del tuo gesto: sappiamo tutti che stai passando un momento difficile.

Così come sappiamo che prendendoci per  i fondelli hai costruito la tua fortuna politica ed economica.

A tutto c'è un limite, però.

E francamente, fattelo dire... Lanciarti così spavaldamente, in quella lettera, proprio mentre infuria il sexygate, in ardite metafore come questa:
"L’alternativa è tra una «botta secca»[...] e la più grande «frustata» al cavallo [...] che la storia italiana ricordi"
e minacciare poi:
 "venerdì le misure!"
beh, tutto questo non contribuisce per nulla, ma proprio per nulla, a distogliere l'attenzione, come pure avresti voluto, dal tuo chiodo fisso, non ti pare?

Fossi in te, sarei un poco più cauto.

O perlomeno, cambierei ghost-writer.


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