Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 30 gennaio 2011

Carlo Rossella: il cronista.

L'amico di sempre, Carlo Rossella, testimone oculare
 delle cene ad Arcore e teste chiave della difesa.


Riassunto delle puntate precedenti (1a e 2a): Carlo Rossella, in qualità di fine pensatore/filosofo, riscrive in un colpo solo moralità e legalità del concetto di "minorenne". Da cineasta poi, Presidente di Medusa, stila la perizia tecnica sulle donne presenti alle "eleganti" cene di Arcore, negando recisamente la partecipazione di minorenni grazie a prove inconfutabili: i suoi occhi da "esperto".

Ed ora, ecco la 3a ed ultima puntata.

Nel faldone delle investigazioni difensive presentate dai legali di Berlusconi, uno dei testimoni chiave della difesa, il fedelissimo di Silvio, Carlo Rossella, svestita la tunica da filosofo, e dismessi i panni del cineasta, parla, taccuino allo mano, da cronista (Tg1, Tg5, Verissimo, la Stampa, Panorama...) e dichiara:
"Non ho visto consumare assolutamente stupefacenti e alcolici pochissimi. Essendo un cronista ho notato che girava molta Coca Light, acqua minerale e qualche amaro. L’unico che ha bevuto una vodka sono stato io"

La Coca light è un tocco da maestro della cronaca: è un vero peccato che la notizia dei 12 kg. di Coca Strong abbia tramutato questa finezza giornalistica in un clamoroso autogol satirico.

A parte questo, una domanda al cronista Rossella viene da porla: ma lei è lo stesso Rossella che nel 2003 venne sanzionato dall'Ordine dei Giornalisti per l'articolo di copertina su Panorama (n.42 del 17 ottobre 2002) in cui si facevano i nomi dei frequentatori di una casa di appuntamenti romana, violando la dignità delle persone (molte erroneamente citate!) tutelata dall'articolo 2 della legge professionale, dal Codice della privacy e dalla Carta dei doveri del 1993?

No, perché se lei davvero è lo stesso Rossella, le dispiace se dubitiamo un minimo, ma giusto un minimo, della sua attendibilità?

Piccola chicca (da cronista!): la copertina di Panorama incriminata riportava come titolo "Nelle stanze dei libertini. Trasgressivi noi?". 

"Nelle stanze dei libertini", volle infilarsi allora il buon Rossella "cronista", stile Grande Fratello, diciamo.

L'associazione alle stanze dei libertini di Arcore, oggi, è praticamente immediata. 

... e viene quasi da pensare: chi di "Grande Fratello" ferisce...

[La "trilogia di Rossella" è terminata. Hai perso le precedenti puntate? Eccole: Rossella, il filosofo (1a puntata); Rossella, il cineasta (2a puntata)]


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