Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 1 febbraio 2011

Agenda digitale del futuro.



Tutti noi (beh, se non proprio tutti, diciamo almeno tutte le persone 'serie, oneste e raziocinanti') abbiamo a cuore il futuro del nostro paese.

Il futuro di un qualsiasi paese, oggi, non può prescindere dalla teconologia.
"La politica ha posto la strategia digitale al centro del dibattito in tutte le principali economie del mondo. Ma non in Italia".
Questo recita un passaggio chiave dell'iniziativa "Diamo all'Italia una strategia digitale" (apparsa anche sul Corriere della Sera di ieri).

Un gruppo di persone ha deciso di lanciare la sfida alle istituzioni e alla politica, raccogliendo sottoscrizioni e  suggerimenti di chi vuol contribuire al passaggio di testimone di questa fiaccola ardente.

100 giorni per proporre un'agenda che rilanci la tecnologia in Italia.

Mi sembra una buona battaglia. Anzi, una battaglia necessaria.

Per noi che della rete viviamo e che ben conosciamo i principi di libertà, uguaglianza e sviluppo di cui è portatrice proprio grazie alla tecnologia.

Io ho sottoscritto.

Se vi va, fatelo anche  voi.

Tenendo sempre a mente quello che disse l'antropologa Margaret Mead.
« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In fondo, è cosi che è sempre andata ».
[Aggiornamento: a meno di un mese dalla liberalizzazione della Wi-Fi, giungono strane voci di manovre in atto per limitare la libertà appena conquistata. Motivo in più, direi, per sottoscrivere l'iniziativa.]


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