Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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domenica 6 febbraio 2011

Giornalismo. Quasi.

Il Direttore di Studio Aperto, Giovanni Toti, spiega la filosofia del suo giornalismo.


Sapete chi è Giovanni Toti?

Il giovane Direttore di Studio Aperto, il Tg di Italia 1. Uno di quelli in pole-position per la conduzione del Tg4 di Emilio Fede  (che voci sempre più insistenti vorrebbero vicino alla pensione per volontà superiore).

Giovanni Toti, quello che alla condanna di Dell'Utri dichiarò il concorso esterno in associazione mafiosa "reato discusso e discutibile" e, affiancando la notizia a quella della non punibilità di Tartaglia (il lanciatore di duomi di Milano), si chiese se da quei fatti non doveva trarsi l'assunto per cui "chi è vicino a Berlusconi paga sempre, chi si accanisce contro Berlusconi non paga mai".

Ebbene, questo fior fior di giornalista indipendente, venerdì, era ospite di Alessandro Milan, nella trasmissione 24 mattino di Radio 24, il cui titolo era "Napolitano: troppo spazio alla cronaca nera in tv. Siete d’accordo?". 

Il Presidente della Repubblica aveva infatti dichiarato: "Le notizie di cronaca nera e di giudiziaria occupano uno spazio abnorme nei telegiornali, a scapito di notizie essenziali".

Cosa ne avrà mai pensato il fido Toti? Si è erto, naturalmente, in difesa del giornalismo criticato da Napolitano.

Alla domanda di Alessandro Milan su cosa ne pensasse dell'idea di sospendere le rilevazioni Auditel per i telegiornali (per affrancare i Tg dalla corsa agli ascolti), Toti ha risposto così: 
"L'Auditel misura il gradimento per le notizie. Non si può non tener conto del gusto della gente. Con l'Egitto Matrix non ha superato il 10% di share, mentre con Avetrana fu record, col 40% di share".
Beh, non so come la pensiate voi, ma io continuo a rifuggire dalla tesi (cui mostrano di credere in molti) che l'orrida televisione italiana sia lo specchio della società e che, pertanto, non ci si possa fare nulla.

Questa convinzione genera, quantomeno, un atteggiamento di rinuncia aprioristica al ruolo educativo della Tv e porta a rincorrere il palato (spesso non molto fino) del "grande pubblico", finendo col contribuire in maniera decisiva a far diventare sempre più la televisione quello che è realmente diventata: un tripudio di tette e culi sparsi in qualsiasi trasmissione (nell'ultimo mese forse è più chiaro perché...), col condimento, quando possibile, di plastici di Cogne e coltelli dell'omicidio Meredith. Il tutto in nome dei "gusti" della gente.

Troppo semplice. E troppo perverso al tempo stesso.

Esempi come la trasmissione Vieni Via con Me (al di là di alcuni, discussi, contenuti, più o meno politici) mostrano l'assurdità del ragionamento per cui la televisione di qualità ha necessariamente poco seguito.

Urge al più presto invertire la rotta

Impresa che appare ben ardua, al momento, considerando l'era Masozoica in cui vive la Tv di Stato e il pensiero unico del pianeta Mediaset. 

Pianeta in cui abita, felice e beato, il Direttore Giovanni Toti, che fra le altre cose ha affermato candidamente:

"Non seguire il gusto della gente porterebbe verso un prodotto quasi etico"

Brrr, Direttore: che terrore!

Meno male che all'aggettivo "etico" ha premesso il "quasi".

Altrimenti, per la sua violenta crudezza, diventava un'affermazione quasi vietata ai minori.

Senza allusione alcuna, si intende.


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Commenti (7)

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è una tecnica ben precisa..che sempra ben funzionare..Il martellamento continuo di informazioni da parte dei media satura i cervelli che non sono più in grado di distinguere le cose…ad esempio http://coriintempesta.altervista.org/blog/storia-...
1 risposta · attivo 738 settimane fa
Caro Treb, purtroppo la nostra informazione è profondamente malata... e i nostri cervelli appaiono, in effetti, sempre più bolliti... Denunciare tutte le circostanze di abominio giornalistico è un primo passo fondamentale. Sperando che si riesca, presto o tardi, ad uscirne "vivi"...
Ma che razza di persona è questa???Cioè gli fa orrore che un prodotto diventi etico?E io che pensavo che il peggio del peggio fosse Giordano
SIlvietta, giuro che quando l'ho sentito alla radio quasi non ci credevo. Non resta che resistere, senza mai assuefarsi e senza perdere la capacità di sdegnarsi... Come tu giustamente continui a fare!
il problema dell'auditel è complesso. Lo share infatti non è neutro. I dieci milioni di telespettatori che guardano Saviano non sono omogenei a quelli che guardano il grande fratello. In che senso? Ma dal punto di vista della pubblicità! I primi non sono vittime del mulino bianco, per esempio, come i secondi. Insomma più il livello scende e meglio vendo il prodotto di minor pregio. Il settimanale CHI, un giornale di gossip, , non lo vendo all'intellettuale.
Tralascio il problema dell'addormentare i cervelli volutamente per evitare che facciano quello per cui sono stati programmati: PENSARE.
Il pensiero nuoce gravemente ai potenti.
Credo che la maggior parte della gente sia in grado di discernere chi e cosa guardare:
- i TG? per avere notizie attendibili?: tg france, tg svizzera, cnn.
- per il resto tutto è condito da innumerevoli spot; eventualmente concepibili per una tv commerciale, ma non certamente per la cosidetta tv di stato, per la quale si paga un abbonamento. Perchè il cittadino deve essere costretto ad abbonarsi alla pubblicità?
- in quanto ai conduttori, l'idiozia e sopratutto l'arroganza imperano, per cui preferisco spegnere.....
@nicholas
se per essere rigorosamente e imparzialmente informato non bastasse pagare il canone, accetterei anche di sorbirmi uno spot. Per il resto, caro Nicholas, non tutti hanno familiarità con le tv estere, purtroppo!!

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