Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

venerdì 18 febbraio 2011

Sua Maestà pe' terra!



[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Ho alcuni amici berlusconiani d.o.c.

Confesso che ad ogni nuovo scandalo riguardante il Premier, mi incuriosisce molto saggiare le loro reazioni.

Ebbene, posso testimoniare che nulla turba questi ottimi padri di famiglia: trovano irrilevante qualsiasi marachella.

La spiegazione di questo assurdo fenomeno l'ho rinvenuta in un piccolo aneddoto riguardante Diego Armando Maradona.

Mi trovavo a Napoli, una sera di diversi anni fa, e ad un cameriere, che mi serviva a tavola, feci notare che nella partita del giorno prima era stato letteralmente inventato un rigore a favore del Napoli: la moviola dimostrava in modo inconfutabile che el pibe de oro era caduto da solo, senza che vi fosse stato alcun contatto da parte del difensore. Il cameriere (che mi conosceva) si accigliò per un momento, poi mi guardò sorpreso e disse, per giustificare l’arbitro:

"Professò, ma vuje vi rendete conto? Sua Maestà pe’ terra!”

Ecco la frase che ogni berlusconiano esclama ad una nuova caduta del Premier.

Tutto il resto non conta.

Purtroppo.


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...