San Paolo Guzzanti: dalle epistole ai fatti. |
Sabato 12 febbraio. Dalla prima epistola di San Paolo (Guzzanti) al Giornale.
" 1) Ho assoluto rispetto per la magistratura.
2) Su molti comportamenti e scelte di Berlusconi ho espresso e confermo giudizi negativi.
3) Ho raccontato la storia collettiva di una illusione e di una delusione per una più volte annunciata rivoluzione liberale di cui però non si è vista nemmeno l’ombra.
4) Ho rotto politicamente con il presidente del Consiglio a causa dei suoi rapporti con Putin e per l’invasione russa della Georgia nel 2008.
5) Sono uno dei tanti italiani imbarazzati, e peggio, dalle notizie pubbliche sulla vita privata del premier e non per «moralismo laicista piagnone e bacchettone», ma proprio perché da liberale ho un rispetto sacrale per il decoro della Repubblica e di chi, rappresentandola, associa il proprio volto e il proprio stile di vita all'immagine interna ed esterna del Paese.
6) Condivido di conseguenza l’opinione espressa anche da Barbara Berlusconi in una intervista secondo cui la vita privata di chi ha responsabilità pubbliche non è più privata ma è pubblica; e penso - sicuramente in contrasto con quel che pensa lo stesso Berlusconi - che non si possa invocare per chi svolge un ruolo pubblico lo stesso diritto integrale alla privacy di cui gode il normale cittadino.
7) Detesto mignottocrazia e putinismo".
Lunedì 14 febbraio.
Dalla seconda epistola di San Paolo Guzzanti al Giornale:
1) Vorrei tranquillizzare tutti coloro che mi hanno attribuito, tanto per semplificarsi la vita, voltafaccia, giravolte, ritorni, piroette e altre figure retoriche per bambini pigri.
2) Io condanno severamente la mignottocrazia considerandola un cancro della società e della politica, così come trovo pericolosissime dal punto di vista dell’indipendenza nazionale e moralmente indigeribili le frequentazioni putiniane del Presidente del Consiglio; considero inoltre una sciagura un Parlamento di nominati (fra cui io stesso) e non di eletti dal popolo secondo criteri di selezione e vedo con disperazione l’agonia del Parlamento, la mortificazione della politica e la cieca rabbia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
3) Ritengo che Berlusconi non sia l’unico responsabile di questo decadimento, ma certo non lo considero innocente.
4) Io non mi sono mai mosso di un millimetro, non mi sono mai pentito di nulla, non faccio balletti, retrocessioni o avanzamenti.
5) Sono sicuro che la maggior parte dei lettori del Giornale potrà dar atto della mia coerenza (magari detestandomi), comune a quella della sparuta schiera dei liberali italiani, una specie in perenne via di estinzione ma che oggi ha preso di nuovo a crescere.
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