Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 17 febbraio 2011

Paolo Guzzanti e la coerenza sulla via di Damasco.

      San Paolo Guzzanti: dalle epistole ai fatti.

Sabato 12 febbraio. Dalla prima epistola di San Paolo (Guzzanti) al Giornale.
" 1) Ho assoluto rispetto per la magistratura.
2) Su molti comportamenti e scelte di Berlusconi ho espresso e confermo giudizi negativi.
3) Ho raccontato la storia collettiva di una illusione e di una delusione per una più volte annunciata rivoluzione liberale di cui però non si è vista nemmeno l’ombra.
4) Ho rotto politicamente con il presidente del Consiglio a causa dei suoi rapporti con Putin e per l’invasione russa della Georgia nel 2008.

5) Sono uno dei tanti italiani imbarazzati, e peggio, dalle notizie pubbliche sulla vita privata del premier e non per «moralismo laicista piagnone e bacchettone», ma proprio perché da liberale ho un rispetto sacrale per il decoro della Repubblica e di chi, rappresentandola, associa il proprio volto e il proprio stile di vita all'immagine interna ed esterna del Paese.

6) Condivido di conseguenza l’opinione espressa anche da Barbara Berlusconi in una intervista secondo cui la vita privata di chi ha responsabilità pubbliche non è più privata ma è pubblica; e penso - sicuramente in contrasto con quel che pensa lo stesso Berlusconi - che non si possa invocare per chi svolge un ruolo pubblico lo stesso diritto integrale alla privacy di cui gode il normale cittadino.

7) Detesto mignottocrazia e putinismo".

Lunedì 14 febbraio.
Dalla seconda epistola di San Paolo Guzzanti al Giornale:
1) Vorrei tranquillizzare tutti coloro che mi hanno attribuito, tanto per semplificarsi la vita, voltafaccia, giravolte, ritorni, piroette e altre figure retoriche per bambini pigri.

2) Io condanno severamente la mignottocrazia considerandola un cancro della società e della politica, così come trovo pericolosissime dal punto di vista dell’indipendenza nazionale e moralmente indigeribili le frequentazioni putiniane del Presidente del Consiglio; considero inoltre una sciagura un Parlamento di nominati (fra cui io stesso) e non di eletti dal popolo secondo criteri di selezione e vedo con disperazione l’agonia del Parlamento, la mortificazione della politica e la cieca rabbia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.

3) Ritengo che Berlusconi non sia l’unico responsabile di questo decadimento, ma certo non lo considero innocente.

4) Io non mi sono mai mosso di un millimetro, non mi sono mai pentito di nulla, non faccio balletti, retrocessioni o avanzamenti.

5) Sono sicuro che la maggior parte dei lettori del Giornale potrà dar atto della mia coerenza (magari detestandomi), comune a quella della sparuta schiera dei liberali italiani, una specie in perenne via di estinzione ma che oggi ha preso di nuovo a crescere.

Oggi, 17 febbraio.

In nome della coerenza, Paolo Guzzanti passa dall'opposizione alla maggioranza, nel gruppo Iniziativa Responsabile. Con Scilipoti, per intenderci.

Cosa sarà mai accaduto in questi tre giorni che separano quel 14 febbraio da oggi?

Sono fiducioso. 

E credo che presto o tardi lo capiremo.

Magari, dalle colonne de Il Giornale, se davvero vi sarà un nuovo contratto.

Quello che offrì il buon Sallusti alla vigilia del voto di fiducia del 14 dicembre scorso.


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