Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 7 febbraio 2011

Dottor Silvio e Mr. B.

La mostra permanente dedicata a Silvio Berlusconi in pieno Rubygate.

Nel fine settimana scorso mi ero riproposto di scrivere un post sulla "schizofrenia" (oramai piuttosto evidente ai più) delle ultime mosse di Silvio Berlusconi.

Avevo già raccolto un po' di materiale, come sono solito fare, quando sabato sera mi sono imbattuto nel Vice Direttore della Stampa, Massimo Gramellini che, ospite da Fazio a Che tempo che Fa, snocciolava gli episodi dello sdoppiamento del Premier in un succo concentratissimo davvero godibile (se non fosse al tempo stesso allarmante).
Gramellini parlava di due Berlusconi: Dottor Silvio e Mr. B. (ispirandosi a Jekyll & Hide di Stevenson).

Ho ripescato il filmato, che vi ripropongo.



In effetti, a ripercorrere gli eventi della settimana scorsca, la sensazione è proprio quella di un Berlusconi in stato confusionale, tirato per la giacchetta da un lato dalle cosiddette colombe (come Gianni Letta, e negli ultimissimi tempi, soprattutto, Giuliano Ferrara) e dall'altro dai falchi (Santanché in testa).

Il tutto ovviamente non contribuisce alla serenità del momento.

Una cosa è certa: Berlusconi non ama giocare di rimessa. Quando si presta a questo gioco, lui "mette la faccia", ma in realtà è qualcun altro che gioca al posto suo (lo spin doctor Ferrara, per l'appunto, come è accaduto con la lettera "economica" al Corriere).

Gramellini si interrogava su quale fosse il vero Berlusconi, se il Dott. Silvio o Mr. B. 

La risposta in realtà è piuttosto scontata: l'unico vero Berlusconi è Mr. B.; quello sempre all'attacco, il guascone, il sobillatore d'animi, il fomentatore di odi partigiani contro il nemico, comunista o magistrato che sia (tanto il secondo, se lo accusa di qualcosa, è un comunista travestito da magistrato!).

Molto di quello che accadrà nei prossimi giorni dipenderà dagli echi delle vicende di Milano, anche se non solo.

Al momento la Procura sembra si stia concentrando sulla seconda minorenne, quella Iris Berardi che il Premier pare abbia incontrato almeno 27 volte quando la giovane era ancora diciasettenne.

Contemporaneamente, la Lega si scalda sul federalismo e, per l'ennesima volta, minaccia di "staccare la spina" e di andare alle elezioni.

sondaggi, del resto, cominciano a subire il contraccolpo del Rubygate (specie nella fiducia a Berlusconi, meno riguardo al Pdl) e questo potrebbe innervosire ulteriormente Mr.B.

Che in definitiva appare sempre più un animale braccato: da un lato i guai con la Giustizia, con accuse gravissime, dall'altro gli alleati della Lega, il cui unico interesse al momento (anche per salvare la faccia con il proprio elettorato) è far andare in porto il benedetto federalismo.

Il tutto mentre all'interno del Pdl, aldilà delle apparenze, le acque si agitano sempre di più, in vista dell'ipotetica caduta del Capo.

Che, se avvenisse "anzitempo", ingarbuglierebbe non poco il già complesso nodo della successione.

In tale ottica, dite la verità: in questo valzer di balletti scomposti in cui si producono i vari pasdaran, non pare anche a voi di udire il battito sinistro di molte ali che volteggiano attorno alla preda ferita, in attesa del lauto banchetto?


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