Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 11 febbraio 2011

... "e siamo tantissimi..."



Perbacco!

No, sul serio, non me l'aspettavo.

Bisogna ammettere che ci sa fare anche il centrodestra. Hanno imparato a mobilitare la propria gente.

E poi diciamocelo: questa del sit-in davanti al tribunale di Milano era un'idea vincente in partenza, dal sicuro richiamo.

E così è stato: il Pdl è sceso in piazza, compatto, unito per il suo Presidente. 

Leggete qua che folla:



Coraggio: qualche posto libero c'è ancora, nella piazza gremita.

Chi volesse approfittarne, è gratuito, nulla da perdere.

Fuorché l'onore, naturalmente.


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