Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.

La Città Invisibile si è trasferita su l'Espresso. Clicca sull'immagine per raggiungere il blog.
Link per iscriversi ai feed: http://feeds.feedburner.com/repubblica/KUea

giovedì 17 febbraio 2011

In un batter di ciglia.




Dite la verità: li avete guardati bene gli occhi di Nicole Minetti?

Se no, fateci caso. Fidatevi. 

Badate che Nicole è una fucina di spunti per chi ama la comunicazione.

E riguardo a questo, qualche parola sulla CNV oggi fatemela dire.

CNV, sì.

L'acronimo non è riconducibile ad automobili o a motociclette.

Né si riferisce, fortunatamente, a qualche tipologia di arma non convenzionale.

Ed infine no: non è la sigla di un nuovo ceppo influenzale, né di qualsivoglia malattia del secolo.

CNV sta per Comunicazione Non Verbale.

E' l'insieme di tutti quegli elementi che non sono le parole e che pure rivestono un ruolo fondamentale nella comunicazione.

L'intonazione della voce, lo sguardo, i movimenti del viso, i gesti, la postura, l'orientamento del corpo nello spazio, ecc. ecc.: tutto questo (e ancora di più) è il complesso mondo della Comunicazione Non Verbale.

Gli studiosi si dedicano da decenni ad approfondire le specificità di questi elementi della comunicazione; il carattere scientifico di queste ricerche è piuttosto recente.

Gli ambiti della ricerca sono principalmente due: l'impatto della CNV sulla comunicazione e il suo funzionamento.

Riguardo all'impatto, la risposta è unanime: per persuadere, per colpire, per affascinare, per essere incisivi, più che le parole conta come dico certe cose, con che tono della voce, con quale sguardo, a quali gesti ricorro, e via dicendo.

Sul come funzioni la CNV, il dibattito è i molti casi ancora aperto. 

Particolarmente interessante è il filone relativo agli indicatori non verbali della menzogna.

Cosa accade quando una persona mente? Le mani si muovono in un certo modo? E le labbra? Gli occhi?

Molte risposte sono dubbie e necessitano ancora di verifiche.

Nello studio di quelle che vengono chiamate le microespressioni facciali, tuttavia, c'è una ragionevole certezza:  ai bugiardi le ciglia 'lampeggiano', ovvero sbattono, molto più velocemente dei sinceri. 

In particolare, gli occhi possono 'lampeggiare' fino a ben otto volte di più rispetto al normale.

Ciò detto, ora guardatevi d'un fiato questo breve spezzone tratto dall'intervista della CNN a Nicole Minetti.

L'intervistatore le chiede: "Dunque lei nega recisamente di aver procurato in alcun modo delle donne perché si prostituissero al Primo Ministro?"

Risposta di Nicole: "Sì, lo nego... assolutamente sì".

Queste le parole di Nicole. Ma la sua CNV cosa ci rivela?

Guardate voi stessi e, mentre lo fate, prestate molta attenzione al battito delle ciglia:




Visto? 

Nicole prima distoglie un attimo lo sguardo (sembra pensare per una frazione di secondo " e ora come rispondo"?) e poi parla. E, mentre risponde, le sue ciglia aumentano improvvisamente la rapidità di battuta.

Per carità, sicuramente bastavano ed avanzavano i verbali delle intercettazioni e tutte le prove raccolte per il processo.

Però dite la verità: non pare anche a voi che guardare negli occhi una persona ("lo specchio dell'anima"...) conservi sempre inalterato il suo immenso fascino?

Ancor di più, magari, quando può dare indicazioni sulla sua sincerità.

Che si può cogliere anche così, in poco più di un attimo.

In un batter di ciglia, per l'appunto.


Share/Bookmark

Se ti è piaciuto l'articolo, puoi iscriverti ai post per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...