Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 15 agosto 2011

Chiunque voi siate.



Senza dubbio il fatto che metteranno le mani nelle tasche degli italiani è l'argomento del giorno e non è di poco conto.

E tuttavia è forse il caso di rammentare una volta di più, in questo giorno di festa, che seppure tra noi c'è chi fatica ad arrivare a fine mese, l'aria che respiriamo è un bene di cui invece continuiamo a disporre tutti.

O quasi.

Chi infatti trascorrerà oggi il Ferragosto in carcere, chiunque egli sia, qualunque atto abbia commesso, non respirerà la stessa nostra aria, né potrà disporre del nostro benessere psicologico derivante dall'essere uomini liberi.

Anche per questo è bene ricordare sempre che chi è in carcere è un essere umano e come tale va considerato e trattato.

L'art. 27 della nostra Costituzione (comma 3) recita:
"Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".
Sta di fatto però che la situazione delle carceri italiane è assolutamente indegna di un paese che voglia definirsi civile.

Nel 2009 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per gli spazi insufficienti rispetto agli standard stabiliti dal Comitato per la prevenzione della tortura e cioè almeno 7 metri quadri a persona.

Vi prego di fermarvi a riflettere un attimo e di immaginare la nostra vita in 7 mq...

Gli ultimi dati ci dicono che il numero dei reclusi italiani è enormemente superiore a quello massimo previsto: 67000 anziché 45.500.

Pensate a cosa può significare questo per la dignità della loro vita.

Per di più, circa il 50% dei reclusi italiani (il doppio rispetto alla percentuale europea) è in attesa di giudizio. E in media uno su due viene dichiarato innocente.

Il che tradotto vuol dire che, mentre oggi è in carcere, sta scontando una pena che non gli spetta.

In condizioni al limite dell'umano.

Condizioni - sia ben chiaro - che non spettano ad alcuno, colpevole o innocente che sia.

Ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - da sempre in prima linea nella lotta per i diritti dei reclusi - ha inteso ringraziare Marco Pannella per il suo impegno al riguardo.

Diciamocelo chiaramente: non sono solo gli interventi contro la casta ad essere necessari in questo nostro paese.

Quali sono le priorità della giustizia italiana, secondo il Parlamento italiano, Silvio Berlusconi su tutti? 
La prescrizione anticipata e il processo lungo?

Fëdor Michajlovič Dostoevskij ha detto:
"Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni"
Ecco, appunto.

Anche per questo, un augurio speciale va a chi oggi non può scegliere se stare con la propria famiglia, farsi due passi in campagna, godersi il sole su una spiaggia.

Oppure starsene in panciolle sulla propria poltrona preferita a leggersi un libro, a vedere la tv, ad accarezzare il proprio gatto.

Un augurio speciale a chi oggi - come ieri, come domani - non può scegliere nemmeno il proprio compagno di cella.

Con l'auspicio che chi decide per noi riesca presto a scegliere per voi una vita più dignitosa.

Chiunque voi siate.

Qualsiasi atto abbiate commesso.

Buon Ferragosto.


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