Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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martedì 31 maggio 2011

Berlusconi e il circolo vizioso

[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]


Come ci spiega mirabilmente Nassim Nicholas Taleb nel suo Fooled by Randomness. The Hidden Role of Chance in Markets and in Life* non è possibile giudicare il successo delle persone sulla base dei loro risultati e delle loro ricchezze. Altissimo è il numero di persone ricche, di successo, poco dotate.
Queste persone non sanno tenere nel debito conto il ruolo che ha svolto la fortuna nella loro vita.

"...i fortunati non hanno il minimo sospetto di essere tali: per definizione non sanno di appartenere alla categoria. Si comportano come se meritassero il denaro. La loro serie di successi farà loro produrre tanta di quella serotonina da indurli addirittura a credere nella propria capacità di far meglio del mercato ( il nostro sistema ormonale non sa se il nostro successo dipende dal caso)".

Ora, il discorso sarebbe lungo e complesso, accennerò pertanto solo al fatto che gli studiosi di neuroscienze hanno dimostrato che la serotonina attiva un circolo virtuoso (esperimenti sulle scimmie) che facilita la scalata gerarchica "con ulteriore aumento del livello di serotonina nel sangue  fino a che il circolo virtuoso non si spezza e ne inizia uno vizioso durante il quale  il fallimento determina una caduta nella gerarchia, la quale a sua volta causa comportamenti che determinano ulteriori cadute".

A me sembra che le ultime vicende - personali e politiche -  del Presidente del Consiglio  Silvio Berlusconi rappresentino una convincente prova che il circolo virtuoso si sia spezzato e sia iniziato il circolo vizioso.

Spero che il Premier ne prenda atto e decida di uscire discretamente di scena per evitare che il Paese intero ne paghi le conseguenze.
_________________________________________________________
* Giocati dal caso. Il ruolo nascosto  della fortuna nella finanza e nella vita  (Il Saggiatore,2003).
Nassim N. Taleb  insegna Scienze dell'incertezza alla University of  Massachusetts. 
Giocati da caso, che  lo ha reso noto in tutto il mondo, è stato definito da Fortune  "uno dei libri più intelligenti di tutti i tempi".
Di Taleb Il Saggiatore ha pubblicato nel 2008    Il cigno nero.


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Commenti (5)

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Caro professore,
il suo post, oltre a fornire uno spunto per riconsiderare, con uno sguardo più attento e critico, le grandi fortune di piccoli uomini e piccole donne che improvvisamente e inspiegabilmente sono diventati grandi, mi consente una riflessione anche sul popolo italiano. L’intensa e collettiva sbronza di serotonina che da sempre ci fa credere più intelligenti, furbi, invincibili, in grado di aggirare le regole e di potercela cavare, ci ha “regalato” la classe dirigente che meritiamo ed ha esportato, anche all’estero, l’immagine di un’italietta che digerisce scandali, malapolitica, corruzione. Facciamoci un esame di coscienza e voliamo un po’più alto come persone, solo così potremo pretendere, da chi ci rappresenta, meno chiacchiere e più fatti. Etica, morale, solidarietà sono gli ingredienti della ricetta del “Ben-essere”dei singoli, ma sono anche indicatori del grado di maturità di una nazione civile. Pertanto, basta cioccolata, che aumenta la serotonina e ingrassa, e più serietà!
1 risposta · attivo 722 settimane fa
Cara Patrizia,
le tue considerazioni sono interessanti e le condivido appieno.
Purtroppo se c'è una virtù di cui l'Italia difetta è la serietà. La gravitas e la dignitas erano virtù indispensabili per intraprendere il cursus honorum nella Roma di Catone il Censore. Evidentemente gli Italiani, come del resto i Greci, nulla più hanno dei loro antenati.
Ancora una volta ci affidiamo alla speranza?!
W
Professore, un altro folto gruppo di individui ingrossa le file delle persone che non sanno tenere nel debito conto il ruolo che ha svolto la fortuna nella loro vita. Mi riferisco ai calciatori e ai dirigenti coinvolti nell'inchiesta sulla nuova calciopoli appena resa nota dai media. Un altro bell'esempio di "italianità da circolo vizioso" che sarà esportata nel mondo e che lascia l'amaro in bocca a chi, come noi, cerca di dare ai propri figli, l'ormai obsoleto, buon esempio. Non so se è la serotonina, il testosterone, o altro, certo è che fa male vedere la deriva che sta interessando il nostro Paese. Unica soddisfazione che ricavo dall'ascolto delle news della giornata: la pronuncia della Cassazione sul referendum per il nucleare. I cittadini potranno esprimere il loro parere e, con l'aria che tira, non è un successo da poco!
i cattivi nella storia dell'umanità hanno quasi sempre prevalso, a causa di un vantaggio enorme in ogni circostanza: la mancanza di vergogna; i buoni, i giusti, gli onesti solo se sono tanti e se riescono ad «agganciare» le proprie istanze ad un qualche interesse collettivo concreto, hanno qualche speranza di vincere la battaglia che sarà, sempre e comunque, da parte dei cattivi, condotta senza pietà; i cattivi hanno l'enorme vantaggio di essere la natura «vera» della specie umana, mentre i buoni, tutto sommato, sono espressione di un’aspirazione, di un «come si dovrebbe essere»; i buoni devono essere un pò meno buoni, altrimenti soccomberanno sempre
1 risposta · attivo 722 settimane fa
@Diego
Aggiungerei alla mancanza di vergogna e di scrupoli il fatto che il cattivo è di fatto quello che gioca sporco. Mentre il buon uomo impara un mestiere o studia e segue la strada canonica tirando più o meno dritto il cattivo - libero da lacci e lacciuoli - le tenta tutte usando qualunque mezzo. La maggior parte dei cattivi ( al solito noi vediamo solo coloro che "emergono" e non vediamo quelle che i matematici chiamano "storie alternative") fallisce o finisce male. Ma una piccola parte riesce a raggiungere mete straordinarie perché straordinari sono i mezzi usati e infinite le strade inseguite.
Per il resto condivido pienamente le considerazioni di Diego.
W

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