Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 7 maggio 2011

Habemus papam: l’Ecce Homo di Nanni Moretti.

Ecce Homo, di Antonio Ciseri.

[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]

Ieri sera ho visto Habemus papam di Nanni Moretti.

Ricorderete che il film ha suscitato grande scandalo negli ambienti ecclesiastici.

Ma il vero scandalo sta proprio in quella reazione.

Si tratta infatti di un'opera delicatissima e profondamente religiosa.

Moretti guarda agli uomini (tutti gli uomini e quindi anche i fedeli, i preti, le suore, i cardinali, il papa) con tale amore e rispetto da suggerire un profondo sentimento religioso.
Perché non v'è dubbio che al di là di classificazioni più o meno discutibili questo amore per l'umanità è tout court religione.
Ed è motivo di profonda amarezza che taluni alti prelati abbiano dimenticato l'uomo per difendere in modo astratto l'Istituzione, che perde di significato se si prescinde dall'uomo.

E il film di Moretti è un autentico "Ecce Homo".
Il regista ha voluto mostrarci l'uomo con le sue debolezze, le sue incertezze, i suoi dubbi, le sue angosce: insomma la fragilità dell'uomo.
Proprio quella fragilità che lo spinge alla fede, che lo spinge a rivolgersi ad un Padre Amoroso nelle braccia del quale rifugiarsi come un bambino spaventato. E lo ha fatto in modo delicato e commovente.

"Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza" (Genesi 1, 26).

E l’uomo è a tal punto al centro dell’Universo che il figlio del Dio d’Abramo s’è fatto uomo.

"Il Verbo s'è fatto carne" (Giovanni 1,14)

Ora ditemi, Monsignori: cosa c'è di così scandaloso nell'uomo?


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