Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 28 maggio 2011

Dimissioni ad orologeria.

Daniela Melchiorre- E' lei la vera responsabile?!

Ella fu.

Era il 5 maggio - sì, poco più di tre settimane fa - quando Daniela Melchiorre veniva nominata sottosegretario allo Sviluppo Economico.

Liberaldemocratica (Area Dini), prima gruppo misto, prima Pdl, prima ancora sottosegretario alla Giustizia nel 2006, all'epoca dell'amministrazione Mastella (dunque nel governo Prodi), ecco, in un minuto e trenta secondi scarsi, le sue dichiarazioni fresca di nomina, a giuramento appena avvenuto (6 maggio):



Grandi promesse e nobili intenti: impegnarsi "a testa bassa", "lavorare alacremente per favorire le imprese e  tutte quelle attività connesse al ciclo dell'economia", con una strizzatina d'occhio al nucleare ("energia pulita", "fonte indispensabile dai danni relativi"...), che come neo-pupilla del Ministro Romani, nuclearista convinto, ci stava tutta.

Un po' singolare forse, oltre ai trascorsi di centrosinistra, l'assenza di competenze relative al dicastero economico, dato il passato da magistrato militare e i conseguenti interessi per l'ambito giustizia.

Ma tant'è, questo del resto è il Governo del Fare: a confronto degli Scilipoti, dei Grassano, dei Razzi, volete mettere?! Sempre un fior fiore di sottosegretario.

Oggi però, inspiegabilmente, il patatrac.

La Melchiorre, in un rigurgito di moralità e di orgoglio per la famiglia dei magistrati cui improvvisamente rammenta di appartenere, si dimette.

Queste infatti le principali motivazioni riportate nella lettera di dimissioni inviata al direttore di Repubblica Ezio Mauro (qui il testo integrale):
Si è superata la misura: non è francamente accettabile che si giunga alle volgarità dei giorni passati e alla delegittimazione dei magistrati. Per me è impossibile far parte di un governo il cui capo sconsideratamente parla di "dittatura dei giudici di sinistra"
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe dunque l'esternazione del Premier al G8 col Presidente Obama.

Davvero singolare questo risveglio della coscienza a due giorni dalla possibile disfatta del centrodestra alle amministrative.

Per carità: meglio tardi che mai.

E tuttavia dopo l'assalto frontale alla magistratura di questi mesi ad opera di Berlusconi e della maggioranza compatta - dal primo videomessaggio di Silvio Berlusconi a gennaio al silenzio-assenso del caso Lassini (i manifesti Via le Br dalle Procure) - un simile risveglio appare talmente anacronistico da risultare non solo poco credibile, ma addirittura (tragi)comico.

E un dubbio ci assale: non sarà che saltare sul carro dei vincitori e abbandonare quello degli sconfitti sia diventata, negli ultimi anni, una delle maggiori (pre)occupazioni politiche dell'Onorevole Melchiorre?

Che nella presente legislatura, fino ad oggi, è riuscita a far registrare l'incredibile 84,13% riguardo ai giorni di missione (media 7.92%), mentre nell'indice di produttività risulta addirittura fuori classifica!

Tanto per essere chiaro: quando parlo di ridare senso e valore alla parola 'politica', intendo riferirmi né più né meno che ad episodi come questo.

Perché, come recita un proverbio arabo, "onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero".


Update delle 20:30:

Il Ministro Rotondi chiosa sulla vicenda: "L'andirivieni della signora Melchiorre, più che smentire i giudizi di Berlusconi sulla magistratura, rischia di confermarli. Oggi rispetto il silenzio elettorale: sarò più preciso lunedì".
Un motivo in più per attendere con ansia la serata di lunedì.


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