Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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sabato 21 maggio 2011

La nuova (exit!) strategy di Mr. B.: cambiare tutto per non cambiare niente.



In questi giorni si è molto parlato del cambiamento di strategia deciso da Berlusconi per la campagna elettorale del centrodestra nel tentativo di recuperare lo svantaggio rimediato al primo turno.

Si dice che la parola d'ordine sia stata: parlare di programmi e abbassare i toni per recuperare il voto dei moderati.

Un paio di osservazioni su questi due punti 'innovativi'.

Se parlare di programmi significa stilare la 'nuova' lista dei miracoli per rispondere ai problemi  che la stessa amministrazione Moratti non ha risolto o peggio ancora ha addirittura alimentato (vedi l'Ecopass), le probabilità che i milanesi abbocchino all'amo appaiono davvero scarse.

Quanto all'abbassare i toni, mi pare del tutto evidente che la nuova strategia stia producendo in questi giorni incoerenze di vario tipo e stati a dir poco confusionali.

Da un lato infatti continuiamo a sentir parlare Mr. B. di estremismo e di una Milano "Stalingrado italiana" se vincerà Pisapia.

Dall'altro invece ci si produce in lifting comunicativi lievi che tuttavia, nelle intenzioni del centrodestra, dovrebbero essere sostanziali.
Ecco un esempio lampante:

DOPO
PRIMA


Ora, abbiate pazienza: davvero qualcuno ritiene che gli sdegnati elettori del centrodestra - quelli che non hanno votato per la Moratti al primo turno - vedendo i nuovi manifesti senza la scritta "centri sociali" (che comunque dovrebbe pur sempre rappresentare per loro una sorta di incentivo al voto), accorrano ai seggi perché apprezzano la linea più moderata?!

Vi dico una cosa: se questo è lo stravolgimento strategico, Pisapia può dormire sonni tranquilli.

Quanti non hanno gradito la campagna violenta del primo turno potranno ritrovare motivo di sdegno nelle dichiarazioni del Premier e nei toni del Giornale e di Libero che proprio non riescono a frenarsi.

Quanto alle piccole marce indietro (vedi i manifesti di cui sopra), l'impatto mediatico sarà pressoché nullo, perché nessuno, e dico nessuno, vi farà caso.

Se tutto questo ha un senso, sapete cosa significa?

Che Berlusconi sta cominciando ad impantanarsi - ogni giorno di più - nell'unica cosa in cui è sempre stato maestro indiscusso: la campagna elettorale.

E questo può davvero bastare per decretare inequivocabilmente, per il Mago della Propaganda, l'inizio della fine.

Update delle 19:30.

Carlo Giovanardi ha dichiarato
"De Magistris favorirà femminielli, gay, trans e matrimoni omosex; Pisapia liberalizzerà cannabis e marijuana".
Maurizio Gasparri invece ha detto:
 "Non escludo che Pisapia possa nominare come assessori ex appartenenti al terrorismo"
Questo sì che è parlare di programmi abbassando i toni!

Gli estremisti ringraziano...


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