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Il filosofo scita Anacarsi, VI secolo a.C. |
[Dal Prof. Woland per la Città Invisibile]
Ieri sera il filosofo Remo Bodei*, ospite di una trasmissione televisa, rammentava che Solone soleva dire:
Le leggi sono come una ragnatela: i potenti la sfondano, i deboli ne rimangono impigliati” .
Evidentemente Bodei, come fonte, preferisce Diogene Laerzio (Vite dei filosofi,1, 58), perché secondo Plutarco (Vite parallele, Solone, 5,4), invece, l'aforisma è da attribuirsi al filosofo Anacarsi, uno dei sette sapienti, amico di Solone.
Plutarco ci racconta anche di come Anacarsi, avendo assistito ad una seduta dell'Assemblea, si fosse assai stupito che ad Atene parlassero i sapienti ma decidessero gli ignoranti.
Si rimane davvero folgorati dall'attualità della cultura classica.
Ma forse qualcosa è cambiato.
Se Anacarsi assistesse oggi ad una seduta del Parlamento, sarebbe senza dubbio ancor più stupito: da noi parlano gli ignoranti e decidono gli ignoranti.
Anche se dobbiamo ammettere che, almeno, ci si guadagna in coerenza.
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* Professore ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Pisa, dal 1992 Recurrent Visiting Professor presso la University of California, Los Angeles.
Senz'altro da leggere: Geometria delle passioni. Paura, speranza e felicità: filosofia e uso politico, Milano, 1991.
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Le leggi e la ragnatela