Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 16 maggio 2011

Strauss-Kahn, Berlusconi e l'etica del riscatto.



Dunque state bene attenti.

Qualora ricopriste un ruolo istituzionale (dall'ambito politico a quello familiare) e aveste in mente di violare la legge, ebbene l'unica cosa che conterebbe - e sottolineo "unica" - è che ci sia qualcuno che l'abbia già fatta, la stia facendo o la farà presto molto più sporca della vostra.

Qualora sussistano le condizioni sopracitate, tranquilli: il colpo di spugna sulle vostre malefatte è dietro l'angolo.

Questa è la nuova etica del XXI secolo.

Chiamiamola così: l'etica del riscatto.

Con tanti ringraziamenti, per il copyright, ad Affari Italiani:



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