Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 2 maggio 2011

La pazza idea della coppia Vittorio e Maurizio...


Circolano strane voci sulla redazione di Libero.

Pare che in una riunione lampo avvenuta nottetempo, il duo Feltri-Belpietro sia stato tentato, per pochi interminabili attimi, da una manovra giornalistica audace e non priva di un certo fascino.

Quella di insinuare il dubbio, nell'opinione pubblica, che l'uccisione di Osama Bin Laden fosse stata in qualche modo suggerita o magari vaticinata da Libero.

Si trattava, in fondo - questa la geniale trovata - di riprendere semplicemente la copertina di Libero del 1° maggio, questa copertina:




... e dare ad intendere, con un lieve ma fondamentale ritocco, di aver pubblicato invece questa copertina:




Si ignora chi dei due editori abbia lanciato l'idea.

Alla proposta, comunque, da qualsiasi parte sia provenuta, pare sia seguito un lungo ed intenso momento in cui i due si sono guardati fissi negli occhi in preda ad una febbrile eccitazione.

Il pensiero volava senz'altro allo scalpore, al tam-tam, alle copie vendute... magari anche all'eco internazionale...

Poi, calato il primo momento di folle entusiasmo, Vittorio, rivolto a Maurizio, avrebbe detto:

"Ma va là: è troppo anche per noi. Quella dell'attentato a te se la sono bevuta facilmente... del resto non c'erano riscontri. Ma qui siamo a solo 24 ore dall'altro titolo. Si rischia un po' troppo, no?".

Belpietro pare abbia annuito. E avrebbe chiosato sconsolato, scuotendo la testa:

"Certo che costruire balle di qualità diventa ogni giorno più difficile...".

Tranquillo Maurizio: di te ci fidiamo.

Sappiamo che ce la puoi fare.

P.P. [Post Post] Per ripristinare i confini tra realtà e fantasia, specifico che non tutto è falso, in questa folle (?!)  ricostruzione: la copertina di Libero su Gheddafi, infatti, è in tutto e per tutto vera.

Aggiornamento del 3 maggio:
la realtà, al solito, supera di gran lunga, e molto tristemente, la fantasia (grazie a Wil).


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