Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 2 maggio 2011

Da Wikileaks con orrore. Guantanamo: la Chiesa disse sì.

Chiesa: angeli e demoni?

A poche ore da uno degli eventi più importanti per la Chiesa degli ultimi decenni - la beatificazione di Karol Wojtyla - dall'universo parallelo di Wikileaks arriva una notizia davvero inquietante:
la Santa Sede diede il suo placet agli Stati Uniti per Guantanamo.

Parola di Monsignor Mariano Montemayor, nel 2002 responsabile vaticano per Pakistan ed Afghanistan,.

A raccontarlo, l'ambasciatore Jim Nicholson, ex Colonnello dei Berretti Verdi, all'epoca inviato in missione da Bush in Vaticano. 
Leggete cosa scriveva:
"La questione del trattamento dei prigionieri potrebbe diventare importante all'interno del Vaticano, dove un dibattito interno teso si è chiuso con un solido sostegno - con qualche riserva - alla campagna guidata dagli Stati Uniti".
Non sono mai stato un fan della Realpolitik, figuriamoci della "Realreligion".

Che l'alto Magistero ecclesiastico muova le sue pedine in base ad un mero tornaconto (di qualunque natura esso sia) continua ad apparirmi eticamente esecrabile.

Ma ci rendiamo conto? Solido sostegno con qualche riserva.

Non si sa se ridere o piangere.

Una cosa è certa: notizie come questa, che fanno il paio con i silenzi generalizzati sul Rubygate - per citare la recente cronaca nostrana - sono un'agghiacciante conferma di dove si annidi, oggi (oggi?), il vero pseudo-moralismo.

Come recita l'ultimo spot targato CEI: "chiedetelo a loro".


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