Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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venerdì 13 maggio 2011

Treviso e i manifesti elettorali shock: quando la politica è senza morale.



Ero indeciso se pubblicare o meno la foto dei manifesti che campeggiano da qualche giorno sui muri delle strade di diversi paesi del Veneto.
Non tanto per il nudo - semplicemente di cattivo gusto - quanto per l'esecrabile immoralità dell'operazione mediatica in sé.

E tuttavia ho ritenuto che l'impatto delle immagini esplicitasse meglio di tante parole il livello di aberrazione ideologica e sociale in cui stiamo precipitando.

Se la cosa, aldilà dell'intento elettorale, sia stata fatta "seriamente" o addirittura per strappare un sorriso, non cambia di una virgola la gravità della questione.

Aggiungo solo, perché è bene si sappia, che la modella raffigurata sulla destra è Isabelle Caro, morta di anoressia il 17 novembre scorso, a 28 anni.

Agli ideatori di questa osceno stupro della dignità umana voglio dire soltanto una cosa: se questo è il vostro modo di fare politica, letteralmente sulla pelle delle persone, accomodatevi pure.

Ma non pensiate, da oggi, di poter essere definiti "uomini" alla leggera.

Almeno non senza destare in alcuno un profondo senso di vergogna nei vostri confronti.


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