Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 9 maggio 2011

Il romanzo dei Responsabili: cronaca di un'antitesi annunciata fra politica e cittadini.

Lo Yin e lo Yang secondo i Responsabili.

Un'aura drammaticamente comica avvolge il gruppo dei cosiddetti Responsabili, la "terza gamba" del Governo, il salvagente ad personam di Silvio Berlusconi.

I personaggi chiave di questo Dream Team (come felicemente ebbe a ribattezzarlo l'amico Gilioli)  e le vicende che li riguardano ricordano ogni giorno di più un moderno romanzo picaresco.

L'emblema dei Responsabili:
Scilipoti si scapicolla per votare.
I salti della quaglia da un partito all'altro (e soprattutto dall'opposizione alla coalizione di governo) diventano azioni responsabili; la bramosia di posti assume i contorni di una "legittima" richiesta di "premi" per l'impegno profuso; e via dicendo.
Il tutto condito da toni tra il tragico (il Segretario Scilipoti docet, con le sue mattane da antologia) e il beffardo (l'ex futurista Luca Bellotti neo Sottosegretario al Welfare, che ha dichiarato candidamente di non sapere nulla della materia). 

Come quando recentemente, a proposito del rimpasto che tardava ad arrivare, autorevoli esponenti del Movimento ebbero a dichiarare"Tanto la gallina, l'uovo, prima o poi, lo ha da fare... E quando verrà fatto l'uovo, noi saremo qui ad attenderlo".

L'incarnazione dei più biechi mores italici, insomma, a livello di gruppo parlamentare, si chiama oggi Movimento di Responsabilità Nazionale.

A confermare i toni romanzeschi di questo gruppo di impavidi eroi, strenui difensori dell'etica e della moralità, si erge la figura del Capogruppo alla Camera, Onorevole Luciano Sardelli.
L'Onorevole Sardelli.

Lo stesso che nel 2001 venne eletto per Forza Italia a seguito di un madornale errore: nella trascrizione a verbale venne infatti invertito il numero di voti col (vincente) candidato dell'Ulivo!
Il ricorso cadde nel vuoto (perché "un errore non è reato"!) e in Parlamento, in spregio alla volontà popolare, approdò il buon Sardelli.

Che ha il pallino della scrittura: di canzoni (per Albano); ma anche di romanzi. La sua prima opera è uscita in autunno, col titolo "Una storia poco onorevole".

Sardelli, al riguardo, aveva preannunciato un sequel.

E, almeno letterariamente, bisogna constatare che è uomo di parola.

Prima dell'estate, infatti, dovrebbe essere dato alle stampe - lo annuncia oggi lo stesso Sardelli - un romanzo sull'avventura dei Responsabili
Trama?
"Una storia allegra, ironica e divertente ambientata a Montecitorio".
Contesto nel quale, evidentemente, a giudicare dal fiorire di personaggi pittoreschi, epici salvatori della Patria negli ultimi scampoli della Seconda Repubblica di stampo berlusconiano, la realtà è avvertita proprio così: spensierata ed allegra.

Un'idilliaco mondo fiabesco in cui la quotidianità è divertimento e ironia.
E potere, a proposito del quale Sardelli ha dichiarato giusto ieri: "Basta ipocrisie: il potere piace a tutti".
Ammesso che sia vero, la differenza sta nel fatto che pochi ce l'hanno.
E lo usano male.

In ogni caso, è un vero peccato che questa percezione positiva della vita risulti diametralmente opposta alla realtà vissuta e percepita da gran parte degli Italiani, in questo assurdo momento storico.

Chissà che non sia proprio a causa di questa immensa e sempre più insanabile scollatura tra l'Italia parlamentare e gaudente del Bunga-Bunga e dei Tablet per tutti per tutti e l'Italia della disoccupazione e della monnezza, che il buon Sardelli, in un istintivo empito autocritico, definisce se stesso "molto più bravo come scrittore che come politico"...

Una cosa è certa: più la si guarda da vicino, più l'avventura dei Responsabili appare proprio da romanzo.

Dell'orrore.



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