Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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giovedì 19 maggio 2011

Il Giornale fa Tafazzi e sforna la gaffe della settimana.

E' accertato: sono in bambola.

Dopo aver infamato Pisapia in ogni modo, dandogli del ladro, del terrorista, dell'islamico e quant'altro, cosa fanno?

Bossi dà del matto a Pisapia, rimangiandosi poco dopo di averlo fatto (la prova video, purtroppo per lui, lo smentisce) e allora il Giornale tenta di "rimediare".

Come? Dicendo che la sinistra, anziché parlare dei programmi, punta allo scontro e agli insulti.

Sapete qual è l'insulto? Quello che ha detto Di Pietro a Bossi: "essersi berlusconizzato"!!

Se non ci credete, ecco qua un ritaglio eloquente:




Che dire?

A parte che per una volta ci troviamo perfettamente d'accordo col Giornale sulla definizione di "insulto", c'è una sola spiegazione per un simile autogol del quotidiano berlusconiano (senza offesa per l'aggettivo "berlusconiano"): forse si sentono talmente "suonati" per i risultati del primo turno, che ormai "se le suonano" da soli...


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