Benvenuti nella città invisibile, ma non silente!

La città invisibile è una contraddizione in termini. Se una città esiste, con le sue case, le strade, i lampioni, gli abitanti, come può essere invisibile?! La città invisibile però c’è: è dentro ognuno di noi. Le fondamenta delle sue case sono quello che abbiamo costruito fino ad oggi, le nostre esperienze passate, gli avvenimenti della nostra vita. I mattoni delle case sono i nostri sogni, le aspettative, le speranze, tutto ciò che vorremmo fosse, domani, presto o tardi che sia. Le vie della città invisibile sono i nostri pensieri, che si ramificano innervandosi e collegano case, ponti, quartieri, costituendo una fitta rete di scambi e connessioni. La città invisibile è lo spazio vivo in cui ognuno si sente quello che è, ed è libero di esprimersi, di sognare, di dire “no”, persino di creare mondi diversi, realtà parallele: con la speranza che quel tesoro invisibile custodito dentro ognuno di noi possa rappresentare la fiaccola del cambiamento e si riesca a passarne, tutti insieme, il testimone. La via per riuscirci, a mio parere, è quella indicata da Italo Calvino: “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio".

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lunedì 16 maggio 2011

Libero su Milano: vede... e stravede.

Scusate se do la parola a Libero, ancora una volta.

Ma credetemi: non ho resistito.

Giovedì 12 maggio 2011:



Oggi, lunedì 16 maggio, ore 19:30:



La prossima volta, date retta: cambiate cartomante.

Update del 17 maggio.

La copertina di oggi, tanto per chiudere il cerchio:




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Commenti (2)

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Caro Luigi, ho lavorato molti anni nell'ufficio stampa di una grande azienda e conosco bene le logiche e le politiche che gli editori impongono alle loro testate. Nessun giornale, poi, può fare a meno della pubblicità, oltre che dei famigerati finanziamenti. Quello che accade in Libero, però, può essere solo paragonato alle "veline" del 20ennio e alle azioni di distrazione di massa organizzate dal Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop). Senza cadere in facili ironie, o tornare sull'annosa questione del conflitto d'interessi, mi auguro che questo 20ennio sia al tramonto. La fine dei regimi, la storia insegna, inizia sempre da Milano.
1 risposta · attivo 724 settimane fa
Cara Pat,
come di certo immagini, mi auguro vivamente che tu abbia ragione.
Stiamo a vedere. ;)

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