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lunedì 5 settembre 2011

Santa Casta (2): molto rumore per nulla.


Forse qualcuno potrà essere interessato alla notizia - passata in sordina, chissà perché - della bocciatura di un emendamento di una qualche rilevanza, avvenuta giusto sabato scorso, in Commissione Bilancio a Palazzo Madama.

Direttamente dal sito del Senato:


Resoconto sommario n. 577 del 03/09/2011


Chiaro?
Sull'onda della campagna mediatica di mezzo agosto contro i privilegi della Santa Casta, ci avevano provato, i senatori radicali Bonino, Poretti e Perduca, insieme a Carloni e Chiaromonte del PD, a proporre l'abrogazione dell'esenzione ICI per gli immobili del Vaticano dediti ad attività commerciali.
Questo il testo presentato: 
[...] l'esercizio a qualsiasi titolo di una attività commerciale, anche nel caso in cui abbia carattere accessorio rispetto alle formalità istituzionali dei soggetti e non sia rivolta a fini di lucro,  comporta la decadenza immediata dal beneficio dell'esenzione dall'imposta.
Tra i 400 e i 700 milioni di euro il recupero stimato.

L'Idv si astiene. Il PD non vota compatto. Pdl, Lega e Terzo Polo votano contro.

Il provvedimento è respinto: il Vaticano ringrazia.

Finisce così l'ennesima puntata sui privilegi della Casta, questa volta quella ecclesiastica.

Vedremo cosa accadrà quando si discuterà della cosa in aula.

In ogni caso, impossibile non osservare che, com'è accaduto altre volte nell'ultimo anno (vitalizio dei parlamentari, province, ecc.) chi non esce bene dalla vicenda sono soprattutto i rappresentanti delle opposizioni.

Il PD non riesce a presentarsi unito.

L'IDV, col suo unico senatore - Alfonso Mascitelli - nicchia.

Futuro e Libertà, rappresentata dal Vice Presidente del neonato Gruppo "Per il Terzo Polo", Candido De Angelis - fedelissimo di Gianfranco Fini - dopo aver illuso in agosto quando il giornale Futurista lanciò addirittura una campagna proprio sul tema in questione, si traveste da UdC e stronca l'emendamento.

Finché nel nostro paese si assisterà a questo indecoroso valzer di posizioni altalenanti, equilibrismi machiavellici, silenzi-segretamente-assensi, finti proclami-in-realtà-dissensi, non andremo mai da nessuna parte.

Quanto al Partito Democratico: è giunta l'ora di darsi una mossa. 
Un conto è la coscienza dei singoli individui (che in ogni caso - almeno in materia economica, che diamine! - non dovrebbe essere influenzata da alcun tipo di sentimento religioso). 
Altro è la posizione del partito.

Che una volta per tutte, su questa come su altre questioni, deve dare una risposta unitaria.

A tutti quelli - e non sono pochi - che continuano ad aspettarla.


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